di Sofia Naska
<<Il trauma psichico é il dolore degli impotenti. Nel momento del trauma, la vittima é resa inerme da una forza soverchiante e se si tratta di forze della natura parliamo di disastri, quando la forza é quella degli altri esseri umani, parliamo di atrocità. Gli eventi traumatici sconvolgono i normali sistemi di tutela che danno all’essere umano un senso di controllo, di relazione e di significato>> (“Guarire dal Trauma- Affrontare le conseguenze della violenza, dall’abuso domestico al terrorismo", J.L.Herman, pag. 51) L’evento traumatico può danneggiare l'identità’ sviluppatasi fino a quel momento, e portando la/le vittima/e ad avere una scarsa stima di sé, poca fiducia negli altri e in se’ stesse, sensazioni di colpa e impotenza. Le relazioni interpersonali sono compromesse da sentimenti contraddittori che oscillano tra bisogno e paura.
Queste sensazioni ed emozioni vengono provate anche da chi subisce violenza.
Nonostante i molti studi e progressi fatti a riguardo, in Italia vi è una poca considerazione della vittima e degli effetti devastanti che il trauma causa, sia nella crescita e sviluppo di un minore, sia del caregiver che se ne occupa.
E' compito degli operatori socio-sanitari accompagnare le persone coinvolte all’interno di un percorso di ricostruzione di sé, nella presa di coscienza e consapevolezza. Di fatto analizzare il contesto della violenza significa esaminare anche il ruolo della vittima.
Comprendere il suo ruolo significa anche mettere in una cornice concettuale il termine vittima, la quale può significare:
1. animale o essere umano consacrato o immolato a una divinità: vittima propiziatoria, condurre la vittima all’altare (origine latina);
2. chi perde la vita o subìsce danni in seguito a gravi eventi come calamità, sciagure, incidenti e sim.: le vittime del terremoto, dell’ultima guerra; vittima del dovere, chi muore nell’adempimento del proprio dovere; le vittime della strada, i morti in incidenti stradali
3. chi soccombe all’inganno, alla prepotenza, alla violenza e sim.: essere vittima di un raggiro, di un tradimento; le vittime del racket; fare la vittima, sentirsi o voler sembrare perseguitato o trascurato | anche con riferimento a chi danneggia se stesso: essere vittima delle proprie debolezze>>. (fonte: https://dizionario.internazionale.it/parola/vittima )
Da queste definizioni si può constatare come il termine indica chi subisce danni con conseguenti sofferenze che possono essere causate da forze naturali o da esseri umani.
A tal proposito, esiste una branca della criminologia che si occupa nello specifico dello studio delle vittime su un'ottica bio-psico-sociale ed è la vittimologia.
<<La vittimologia ha [...]un ampio campo di indagine:
- lo studio dell'interrelazione psicologica e dinamica tra vittime e autori di reato, con attenzione alla prevenzione del crimine;
- lo studio della vittima, dell'autore di reato e della società, che comprende sia la ricerca e gli aspetti scientifici del problema che gli aspetti più pratici del fornire servizi alle vittime;
- lo studio scientifico delle vittime del crimine che include anche la relazione vittima- carnefice e il possibile ruolo giocato dalla vittima;
- lo studio della vittimizzazione ovvero del processo attraverso il quale una vittima diventa tale con tutte le sue conseguenze ed effetti sulla vita della persona>>.(pag. 31 Maltrattamento e violenza sulle donne, Vol II - criteri, metodi e strumenti per l'intervento clinico, E. Reale)
Inoltre, è importante evidenziare come il processo di vittimizzazione può essere suddiviso in
- Primaria, intesa come processo diretto, intenzionato a provocare un danno che è definito primario perché è connesso al reato.
- Secondaria invece è quel processo provocato dal sistema quando non si riconosce la vittima in quanto tale, provocando di conseguenza un danno secondario <<come ulteriore e successiva vittimizzazione in via informale (all'interno dei sistemi famiglia e lavoro) e/o formale (atteggiamenti negativi e/o colpevolizzanti da parte degli organi di stampa, delle forze dell'ordine ecc.)>>.(pag. 32 Maltrattamento e violenza sulle donne, Vol II - criteri, metodi e strumenti per l'intervento clinico, E. Reale)
Gli obiettivi e scopi di questa scienza di studio sono:
-Riparativa perché <<è centrato sulla società, chiamata ad arginare il processo di vittimizzazione, garantendo alla vittima al meglio le difese legali e il ripristino del suo equilibrio psico-sociale che il reato ha commesso>> (pag 33 Maltrattamento e violenza sulle donne, Vol II - criteri, metodi e strumenti per l'intervento clinico, E. Reale)
-Diagnostico e preventivo, poiché svolgono la funzione di fornire una conoscenza delle vittime per ridurre il processo di vittimizzazione. Si tratta di un soggetto vulnerabile, ed è fondamentale leggere l'impatto del crimine su di esso e del bisogno di benessere lavorando alla riparazione del trauma. In quest'ottica fu determinante il movimento femminista perché ha contribuito all'affermazione e al riconoscimento dei diritti alle vittime.
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