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Insieme contro il sessismo: le misure di contrasto del Consiglio d'Europa

"Together against sexism: contrasting measures from the Council of Europe" English text below


https://www.coe.int/en/web/genderequality/-/-see-it-name-it-stop-i-1

Le misure - Vengono descritte due macrocategorie di misure che agiscano in modo sistemico. La prima mira a contrastare i comportamenti sessisti intenzionali, e consiste quindi in strumenti legislativi e politiche pubbliche, misure maggiormente incisive e coercitive. Queste includono:

• Riforme che definiscano e puniscano l’incitamento all’odio;

• Lo sviluppo di infrastrutture pubbliche che fungano da piattaforme per l’emancipazione femminile;

• Riconoscere ed incoraggiare il contributo della società civile, in particolare delle ONG, allo sviluppo di politiche pubbliche e leggi per combattere il sessismo;

• Sostenere concretamente e ufficialmente le vittime di comportamenti sessisti;

• L’introduzione di un sistema di sanzioni che colpiscano ad esempio le organizzazioni che non denunciano episodi di sessismo.

Il secondo set di strumenti è volto invece ad eliminare i bias inconsci, e punta sul piano educativo e culturale:

• Immediata presa di posizione da parte di leader politici, religiosi, economici e sociali che condanni i comportamenti sessisti;

• Supporto alla ricerca sul sessismo e diffusione dei suoi risultati e dati;

• Sviluppo, finanziamento e capillare comunicazione di iniziative di sensibilizzazione nazionali (ad esempio, linee guida, manuali, promozione sui social media) sui diversi tipi di sessismo, anche i più subdoli come il “mansplaining” (la Raccomandazione lo definisce come l’atto di un uomo di spiegare qualcosa ad una donna in un modo condiscendente e paternalistico, assumendo che l’interlocutore sia ignorante nella materia in oggetto);

• Programmi di formazione per gli educatori ad ogni livello e grado del sistema educativo sull'uguaglianza di genere, su come riconoscere e trattare il sessismo e gli stereotipi di genere, e che coinvolga anche il personale delle Risorse Umane;

• La revisione del materiale didattico e dei metodi di insegnamento per eliminare ogni forma di discriminazione.

I settori maggiormente interessati

Il documento individua poi alcuni settori e aspetti sociali particolarmente inclini allo sviluppo di comportamenti sessisti, e propone per ognuno misure specifiche afferenti alle due macrocategorie descritte.

In primo luogo, la lingua e la comunicazione costituiscono un veicolo cruciale per la parità di genere. È fondamentale quindi eliminare espressioni sessiste, utilizzare forme e titoli sia maschili che femminili, oppure forme neutre, e garantire una rappresentazione differenziata ma paritaria della sfera maschile e femminile. Una misura individuata è ad esempio una revisione sistematica di documenti pubblici (leggi, regolamenti, politiche) per eliminare il linguaggio e gli stereotipi sessisti per garantire una terminologia neutra.


https://grammaticaesessismo.com/2017/03/17/infermiera-si-ministra-no-se-il-femminile-non-e-questione-di-grammatica-ma-di-potere-da-corriere-it/

In secondo luogo, internet e i social media offrono terreno fertile per discorsi d’incitamento all’odio sessista, avendo quasi sempre come obiettivo le donne inibendo così la loro libera espressione, fino ad allontanarle dal web. Queste piattaforme possono essere migliorate con l’introduzione di leggi che definiscano e criminalizzino i discorsi di incitamento all’odio per ogni media. Inoltre, è fondamentale promuovere l’alfabetizzazione digitale attraverso specifici programmi (e software) per bambini, ragazzi, adulti ed educatori per sensibilizzare al sessismo online e ad un uso sicuro e critico dei social media.


da Digital Learning

La Raccomandazione parla anche di intelligenza artificiale, in quanto gli algoritmi utilizzati potrebbero perpetrare stereotipi di genere. In questo senso è necessario aumentare la partecipazione delle donne e ragazze nell’area IT come studentesse, professioniste, La pubblicità e i media spesso ricorrono ad immagini sessualizzate e razziste di donne, ragazze e ragazzi, e per questo si raccomanda, ad esempio, promulgare leggi che proibiscano il sessismo in questi ambiti, nonché includere in quelle contro la diffamazione il riferimento a espressioni sessiste. Un’altra misura sarebbe la creazione di un’istituzione specifica per la ricezione e analisi di reclami su comunicazioni sessiste sui mass media, e dotata di autorità per farli rimuovere o modificare. Nell’ambiente lavorativo il sessismo può manifestarsi con scherzi all’apparenza innocenti, mercificazione e commenti inappropriati e materialisti, mancanza di rispetto o perfino con l’ignorare e far tacere una persona. Anche in questo caso è necessaria una revisione delle leggi sul lavoro e dei codici di comportamento sia del settore privato che pubblico che proibiscano e puniscano gli atteggiamenti sessisti, l’unanime supporto di sindacati, associazioni professionali e degli leader dell’organizzazione nella lotta al sessismo, e l’introduzione e diffusione di un set di strumenti che spieghino i benefici nell’eliminare il sessismo e descrivano buone pratiche in tal senso. Anche il settore pubblico e quello della giustizia non sono immuni da comportamenti sessisti, e che risultano, fra le altre conseguenze, in barriere all’accesso di servizi e risorse e in decisioni e sentenze discriminatorie. In questi ambiti si raccomanda, ad esempio, la formazione specifica dei dipendenti pubblici, l’introduzione di criteri relativi all’uguaglianza di genere nei processi di acquisto e gare delle pubbliche amministrazioni, e l'informazione dei cittadini sui loro diritti in termini di eguaglianza di genere. La Raccomandazione si rivolge anche ai settori dello sport e della cultura, dove gli stereotipi si presentano ancora, da un lato, nell’attitudine dei media e dei leader e allenatori sportivi, dall’altro nelle tradizioni e pratiche religiosi. Sempre più cruciale diventa l’immediata condanna da parte delle associazioni, federazioni e personaggi di spicco del mondo sportivo e culturale. I governi sono anche incoraggiati a promuovere la copertura mediatica di eventi dove protagoniste sono le donne, ed a celebrare nello stesso modo i traguardi di uomini e donne. Infine, ci si concentra sulla sfera privata, quella familiare. In questo ambito il sessismo appare sanzionato solo quando sfocia in violenza fisica, psicologica o economica, e i provvedimenti per prevenirlo sono ancora del tutto inadeguati. Per questo, il Consiglio d’Europa esorta gli Stati Membri ad introdurre adeguate misure per assicurare l’equilibrio fra vita privata e lavorativa per entrambi i genitori, inclusi periodi di maternità e paternità retribuiti, e accesso universale ai servizi per l’infanzia. Inoltre, gli Stati dovrebbero promuovere le pratiche di “genitorialità positiva”, intesa come una forma di genitorialità basata sugli interessi del bambino e stimolante, libera da stereotipi di genere, non violenta. Nonostante la CM/Rec(2019) 1 non sia un documento vincolante per gli Stati che lo hanno approvato, è un punto di svolta (anzi, di partenza) fondamentale per la lotta al sessismo, perché fornendo una definizione di sessismo e puntando esplicitamente il dito contro alcuni dei settori più colpiti costituirà la base giuridica per futuri provvedimenti degli Stati Membri. Che possano essere le fondamenta di un rinnovato sistema legislativo, economico, culturale? Marianna Fatti


The measures –Two macro categories of interventions that may act at a systemic level are described. The first macro category aims at combating deliberate sexist behaviours, and therefore implies legislation and public policies, stronger and coercitive measures. These includes: • Reforms that define and criminalise sexist hate speech; • Developing public infrastructures that serve as platform for women’s empowerment; • Acknowledge and encourage the contribution of civil society, especially NGOs, to the development of public policies and laws; • Effectively and concretely support sexism victims; • Introduce a system of non-criminal penalties for e.g. organizations that fail to report sexist episodes. The second set of measures seeks to eliminate unconscious bias, focusing on the cultural and education level: • Speedy reactions by public figures, in particular politicians, religious, economic and community leaders that condem sexist behaviours; • Support to the research on sexism and dissemination of its results; • Development, financing and communication of national awareness raising campaigns (e.g. handbooks, guidelines, and communication campaigns on social media) on different types of sexism including the most subtle ones, like “mansplaining” (the Recommendation defines it as “to explain something to a woman in a manner regarded as condescending, patronising, overconfident, oversimplified, or which assumes the interlocutor has no knowledge of the topic”); • Specific training programmes for educators in all spheres and at all levels of education on gender equality, on how to spot and address sexism and gender stereotypes, which would also involve human resources responsibles; • Review textbooks, training materials and teaching methods to eliminate gender stereotypes and promote gender equality. The most affected sectors – The document then identifies several sectors and social spheres where sexist behaviours are more likely to proliferate, and describes for each of them specific measures related to both macro-categories. First of all, language and communication are crucial for enhancing gender equality. It’s necesary then to eliminate sexist expressions, using both masculine and feminine, or neutral, forms and titles, eventually ensuring a differentiate but equal representation of feminine and masculine sphere. One suggested measure is the systematic review of public documents (e.g. laws, policies and regulation) to eliminate sexist terminology and stereotypes, in order to adopt a neutral terminology. Secondly, internet and social media offer groud for sexist hate speech that most of the times targets women, undermining their freedom of expression eventually keeping them away from online platforms. These spaces may be improved with the introduction of laws that define and criminalise sexist hate speech on every media. Moreover, it will be fundamental to promote media literacy through programmes (and softwares) for children, young people, parents and educators, to raise awareness on online sexism and on a critical, safe use of social media. The Recommendation also warns on the threats of artificial intelligence, as its alorithms may perpetrate gender stereotypes. In this regard, it’s essential to increase participation of girls and women in the information and technology area as students, professionals, decision makers. Advertising and media often adopt sexualised and racialised representations of women, girls and boys, so it is recommended to e.g. approve laws that ban sexism in these sectors and to include sexism in diffamation laws. Another instrument would be an institution responsible for receiving and assessing complaints on sexist messages on social media, and with the authority to enforce their withdrawal or modification. In the working environment sexism is present in apparently harmless jokes, objectification, materialist, inappropriate comments, lack of respect, or when people are ignored and silenced. A review of labour laws and codes of conducts is again required to ban and punish sexism, both in the private and public sector, together with the unanimous support of professional associations, trade unions and organisational leaders in the fight against sexism , and the dissemination of toolkits that show the benefits of eliminating sexism and describe good practices. Public sector and justice one are not free from sexism, which in these cases results, among other things, in denied access to services and resources and in discriminatory decisions and judgements. It is recommended, for example, specific training for civil servants, the inclusion of gender equality criteria in public procurement procedures, as well as the clear information to citizens on their rights in terms of gender euqality. The Recommendation then addresses the sport and culture, where stereotypes still persist, on the one hand, in the attitude of media and sport leaders and coaches, and other hand in religious practices and traditions. It is more and more crucial the speedy reaction of associations, federations and leading sport and culture figures in blaming sexism. Governemnt are also encouraged to promote female sport and cultural events, and to equally celebrate achievements of men and women. Finally, the document focuses on the private, family sphere. In these case sexism appears punished only when it erupts in physical, psychological, economic violence, and measures to prevent it are definitely indaequate. The Council of Europe urges Member States to introduce adequate measures to ensure work-life balance for both parents, and universal access to childcare facilities and services. Governments shall also support posiitve parenting, that is parental behaviours grounded on child’s best interest and free from gender stereotypes. Despite not being a binding document for the signatory States, the CM/Rec(2019) 1 is an important milestones (actually, starting point) in the fight against sexism, as providing a definition and explicitely pinpointing the most affected sectors it becomes the legal foundation for future Member States policies. Will this be the beginning of a renewed legal, economic and cultural system?

Text and translation by Marianna Fatti

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