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Ideologia di genere...e altri termini vaghi

di Farileandro Londoño


Lavorando per la mia tesi tempo fa mi sono reso conto di quanto spinoso possa essere il termine "genere" per la società in quanto tale. Per meglio contestualizzare brevemente la mia storia, nel corso degli ultimi Accordi di Pace colombiani la popolazione è arrivata a respingerli in un plebiscito e esiste un consenso generale sul fatto che ciò fosse dovuto alla mobilitazione dei settori politici più conservatori ed ecclesiastici provenienti da un processo di movimento sociale contro il governo per la diffusione di alcuni libretti che cercavano di promuovere la tolleranza verso diversi orientamenti sessuali. Il problema? Secondo questi settori, questi libretti promuovevano una "ideologia di genere" che metteva in pericolo la "famiglia tradizionale", un'idea che finalmente trovò la sua strada nella società.


Frustrante e paradossale che, a sua volta, quando il concetto stesso di "ideologia di genere" è stato dibattuto, i commenti contro di esso ne davano una lettura come "imposizione di perversione" o "attacco contro l'identità sessuale naturale", ma non si è sentito quasi nulla su ciò di cui si tratta, trasformandolo in qualcosa di astratto e vago.

La "difesa della famiglia" divenne così una menzogna per promuovere la discriminazione trasformata in una strategia politica che non spiegava nulla sul "genere" come tale.

È stato poi omesso come il "genere" sia un oggetto di studio accademico che ci fa capire, spiegandolo in modo molto semplice e tra l'altro, perché le donne guadagnano meno sul lavoro, perché non sono in posizioni decisionali o perché vengono assassinate per essere donne. Tutto questo é lontano da qualsiasi ideologia in quanto si tratta di fatti ampiamente concordati e analizzati in termini come "divario retributivo di genere" oppure "femminicidi" (ricordiamo che un'ideologia nelle scienze sociali viene definita come “credenze culturali che giustificano particolari disposizioni sociali, inclusi modelli di disuguaglianza”). A mio parere, ciò che ha infastidito di più è stato il fatto che è stato suggerito che il genere è una costruzione sociale e non un mandato divino. Il termine fu così interpretato come un'imposizione di un'idea e non come difesa di diritti.

Qualcosa di simile è accaduto l'estate scorsa in Spagna, quando il PSOE (partito politico di centro sinistra) ha preso posizione contro la "teoria queer" per presumibilmente negare "l'esistenza del fatto biologico" di essere una donna (cosa che è stata accusata di transfobia). Ancora una volta la disinformazione nei media è diventata chiara, implicando erroneamente che esiste una sola e uniforme "teoria queer", e diventando una strategia comunicativa contro qualcosa di impreciso come una teoria per separare i diritti delle persone trans dai diritti umani. Tutto questo come se noi persone LGBT + fossimo qualcosa di astratto, senza implicare che difendere i nostri diritti significa difendere i diritti umani (e in questo non c'è discussione accademica o teorica che possa smentirlo).

Il mio appello questa volta è quello di non lasciarsi trasportare da titoli sensazionalisti o termini vaghi, ma di informarci per informare gli altri ed evitare così l'accumulo di fallacie che prolungano solo pregiudizi e discriminazioni contro il nostro collettivo, perché come dice giustamente un detto "una bugia raccontata un cento di volte diventa verità”.


[English version]


While doing my thesis a while ago I realized how thorny the term "gender" can be for the society. In order to better contextualize my story briefly, in the course of the last Colombian Peace Accords the population came to reject them in a plebiscite. There is a general consensus that this was due to the mobilization of the most conservative and ecclesiastical political sectors that came from a process of social movement against the Government for the dissemination of some booklets that sought to promote tolerance towards diverse sexual orientations. What was the problem? According to these sectors, these booklets promoted a “gender ideology” that endangered the “traditional family”.


Frustrating and paradoxical that, in turn, when the very concept of “gender ideology” was debated, comments against it were referred to as “imposition of perversion” or “attack against natural sexual identity”, but nothing was heard about what it deals with itself, turning it into something abstract and vague.

The "defense of the family" thus became a lie to promote discrimination turned into a political strategy that explained nothing about "gender" itself. It was omitted then how "gender" is an object of academic study that makes us understand, explaining it very simply and among other things, why women earn less at work, why they are not in decision-making positions or why they are murdered for being women.

All this far from any ideology as these are facts widely agreed and analyzed in terms such as “gender pay gap” and “femicides” (let's remember an ideology in social sciences is referred as “cultural beliefs that justify particular social arrangements, including patterns of inequality”). In my opinion, what bothered the most was the fact that it was suggested that gender is a social construction and not a divine mandate. The term was so perverted to imply that they wanted to impose an idea and not defend a right.

Something similar happened last summer in Spain, when the PSOE (center-left political party) took a stand against the "queer theory" by denying "the existence of the biological fact" of being a woman - they were subsequently accused of being transphobic. Once again the misinformation in the media became clear, erroneously implying that there is only one and uniform "queer theory", becoming a communicative strategy against something as imprecise as a theory to separate the rights of trans people from the human rights. All this as if we LGBT + people were something abstract, without implying that defending our rights means to defend human rights (and in that there is no academic or theoretical discussion that can refute it).

My appeal this time is not to get carried away by sensationalist headlines or vague terms but to inform ourselves to inform others and thus avoid the accumulation of fallacies that only perpetuate prejudice and discrimination against our collective, as a saying rightly says "a lie told a hundred times becomes true."



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