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Donne d'Albania: Aquile Libere

"Women of Albania: Free Eagles" English text below

Ho dovuto affrontare molte volte il tema della donna albanese ed è stato sempre molto difficile. Innanzitutto perché il presupposto è sbagliato. Non si può parlare di donna albanese, così come non si può parlare di una donna al singolare in nessun caso, tanto più nell’ Albania “una e mille” (perdonateci se citiamo Montanelli)!

In ogni caso, non potrò certo parlare di donne albanesi in un articolo, ma potrò fare una veloce panoramica dei temi che affronteremo - e approfondiremo - prima di iniziare a capirci qualcosa. Partendo dall’inizio, spieghiamo il perché del titolo “aquile libere”.

Il nome (in albanese Shqipëria) dell’Albania è direttamente legato al suo animale-simbolo, totem, l’aquila: infatti “shqiponjë” o “shqipe” significa aquila e spesso, ci si riferisce al paese come al “Paese delle Aquile”. E libere? Perché gli Albanesi discendono dagli Illiri (Ilir), nome proprio ancora oggi usato (Ilir si chiama anche mio marito) che significa, tra le altre cose: libero; ed infatti, andando indietro nella storia, bisognerebbe iniziare a parlare del matriarcato, poi si potrebbe parlare dei diritti di cui godevano le donne illiriche, facendo un confronto con la condizione femminile greca e romana, narrando anche la storia della regina Teuta, la regina pirata (non dei pirati!) che sfidò Roma - e ben prima di Cleopatra e con altri strumenti.

Ci sono altre figure così che conosciamo nella storia europea?

Mi viene in mente Olimpia, la madre di Alessandro, figura centrale anche nella formazione del figlio... Ecco, anche queste figure andrebbero "studiate". Proseguendo con la storia, la lettura degli "Statuti di Scutari", entrato in vigore prima del 1330, è sorprendente e ci fa entrare in un medioevo "illuminato" veneziano e scutarino, e quindi albanese. Allo stesso tempo però, un altro codice consuetudinario, il Kanun di Lekë Dukagjini, di cui tanto si discute, tanto quanto accende gli animi tanto poco si conosce. Esso tratta del tema controverso, della vendetta, la gjakmarrja ma è soprattutto improntato sulla famiglia, il matrimonio e i ruoli sociali, la donna, ma anche le cosiddette "burrneshë", le donne che di loro spontanea volontà diventano uomini (tanto da essere non solo socialmente riconosciute, ma anche rispettate e riverite).

Che immagine si delinea nelle fiabe? I miti delle città albanesi parlano spesso di donne che si sacrificano in nome della città... ma cos'altro ci vogliono dire? Durante l’occupazione turca avvennero molti cambiamenti nella società albanese quali l’abbigliamento, il tempo libero, l’intrattenimento e le occasioni sociali. Sempre tenendo presente però che in Albania convivevano più religioni. A proposito all’occupazione ottomana, risulterà interessante sapere che in Albania l’8 Marzo si festeggia preceduto dal 7 Marzo, festa degli insegnanti in quanto quel giorno del 1887, a Korça (Coritza), venne aperta la prima scuola di lingua albanese.

Un giusto interrogativo da porsi, ma molto complicato da sciogliere, è quello degli immaginari femminili religiosi e spirituali, tra paganesimo e cristianesimo, tra l'islam sunnita e quello bektashi...

E ancora: nella lotta contro i nemici, gli uomini combattono...e le donne? In realtà anche loro! Bisognerebbe parlare delle figure storiche e meno storiche, le eroine leggendarie (Nora e Kelmendit, Tringe Smajli, Andronika/Donika Kastrioti, Angelina Komnena, Elena Lukrecia Peskopia, Dhaskarina Pinoce, Bubulina, Shote Galica ecc.), le intellettuali patriottiche (Dora d'Istria / Elena Gjika, Musine Kokalari, Marie Coba ecc.), le "straniere" viaggiatrici dell’Albania (come la famosa Edith Mary Durham, Isadora Duncan, Mary Adelaide Walker, Margaret Hasluck, Marie Amelie von Godin) e la famiglia monarchica. Infine, avvicinandoci ai giorni nostri, non si possono non toccare i temi dei diritti ottenuti - senza battaglie - per le donne albanesi (aborto, matrimonio e lavoro), del significato del ‘68 albanese; della donna nella propaganda comunista, nei film e nelle professioni; delle ferite sociali della transizione albanese nell’era moderna come la tratta degli esseri umani, l’immigrazione, le violenze della guerra in Kosovo, per finire con il concetto di emancipazione e diktat di bellezza che vigono oggi come modello in Albania.

Questa è una breve panoramica di quanto affronteremo con “Beyond what they sell” in merito alla figura femminile del Paese delle Aquile. Ambizioso, ma ci proveremo! Naturalmente ci piacerebbe sapere cosa ne pensate voi, che idea o esperienza avete del tema e cosa vi incuriosisce di più?

Fioralba Duma



I had to face the issue of the Albanian woman many times and it has always been very difficult for me. First of all, because the assumption is wrong. We can't talk about an Albanian woman, as much as we can't talk about a woman singularly in any case, especially in the "one and a thousand" Albania (forgive us if we cite Montanelli)! Anyway, I will certainly not be able to talk about Albanian women in an article, but I will be able to do a quick overview of the topics that we will tackle - and deepen - before we begin to understand something. Starting from the beginning, let's explain the reason why the title is "free eagles". The name of Albania (in Albanian is Shqipëria) is directly linked to its animal-symbol, totem, the eagle: indeed “shqiponjë”or “shqipe” means eagle and often, we refer to the country as “Land of Eagles”. And what about “free”? Because the Albanians descend from the Illyrians (tribe of Ilir), proper first name still used today (Ilir is my husband's name) which means, among other things, free, and indeed, going back in history, we should start talking about matriarchy, then we could talk about the rights enjoyed by Illyrian women, comparing them to the  female condition in Greek and Roman society, also telling the story of the Teuta queen, the pirate queen (not the queen of pirates!) who challenged  Rome - well before Cleopatra did and with other tools. Are there other figures like this that we know in European history? I can recall Olympia, Alexander's mother, a central figure also in the education of her son ... Here, even these figures should be "studied". Continuing with the history, reading the "Statuti di Scutari", which were ruled before 1330, is surprising and leads us into a "illuminated" Venetian and Albanian Middle Ages. At the same time, however, another customary code, “Kanun of Lekë Dukagjini”, of whom so much is discussed, as much as it ignites souls, so little is known. It concerns the controversial theme of revenge, “gjakmarrja” but it is mainly focused on the family, marriage and social roles, the woman, but also the so-called "burrneshë", women who voluntarily become men (so much so that they are not only socially recognized, but also respected and revered). What female figure is, then, outlined in fairy tales? The myths of Albanian cities often speak of women who sacrifice themselves in the name of the city ... but what else do they wish to tell us? During the Turkish occupation, many changes occurred in the Albanian society such as clothing, leisure, entertainment and social occasions. However always keeping in mind that in Albania more religions coexisted. A right question to ask, but very complicated to explain, is the one about religious and spiritual female imaginaries, between paganism and Christianity, and between Sunni and Bektashi Islam. Speaking of the Ottoman occupation, it will be interesting to know that in Albania March the 8th is celebrated preceded by March 7th which is Teachers' day because in 1887 in that day in Korça (Coritza), the first school  in Albanian was opened. And again: against the enemies, men fight... and women? Actually, they fight too! We should talk about the historical and less historical figures, the legendary heroines (Nora of Kelmend, Tringe Smajli, Andronika/Donika Kastrioti, Angelina Komnena, Elena Lukrecia Peskopia, Dhaskarina Pinoce, Bubulina, Shote Galica etc.), the patriotic intellectuals (Dora d'Istria / Elena Gjika, Musine Kokalari, Marie Çoba etc.), the "foreign" travelers of Albania (such as the famous Edith Mary Durham, Isadora Duncan, Mary Adelaide Walker, Margaret Hasluck, Marie Amelie von Godin) and the monarchist family. Finally, getting closer to the present day, one cannot leave without addressing the issues of rights obtained - without battles - for Albanian women (abortion, marriage and labor), of the meaning of the Albanian 1968; the women in the communist propaganda, in movies and in the professions; about the social wounds of the Albanian transition in the modern era such as trafficking of human beings, immigration, the violence of the war in Kosovo, to end with the concept of emancipation and pressure of beauty that exist today as a model in Albania. This is a brief overview of what we will face with "Beyond what they sell" regarding the female figure of the Land of Eagles. Ambitious, but we'll try! Of course, we would like to know what you think, what idea or experience do you have of the topic and what intrigues you most? text and translation by Fioralba Duma



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