(English version below)
Sebbene non esista una definizione universalmente accettata di violenza di genere, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'eliminazione della violenza contro le donne (1993) definisce la violenza di genere come “ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata.”
Questa definizione è ampia in quanto comprende la violenza fisica, psicologica e sessuale agita nella vita privata e pubblica nei confronti delle donne di qualsiasi età e nazionalità, in qualsiasi momento del loro ciclo di vita.
Si riconosce, quindi, che la violenza di genere è uno dei meccanismi sociali cruciali che ha alla base (e perpetua) un fondamento storico come l’asimmetria di genere ed il ruolo subordinato della donna rispetto all’uomo.
La violenza contro le donne costituisce una delle violazioni più sistematiche e diffuse dei diritti umani. Infatti dati di molte ricerche indicano una elevata incidenza della violenza contro le donne in pressoché tutti i Paesi del mondo.
Persistente nel tempo e incurante dei confini culturali, la violenza sulle donne non si presenta tuttavia allo stesso modo e con la stessa intensità in qualsiasi momento storico e in qualsiasi luogo. Quello che si modifica da un tempo e da un luogo ad un altro, non è tanto il comportamento dell’aggressore quanto il livello di accettazione sociale di quel comportamento. Ogni comunità definisce livelli diversi di accettabilità dei comportamenti violenti . Per esempio, in alcune culture, sono considerati accettabili i matrimoni in età infantile, le mutilazioni genitali e che il partner compia violenza sulla propria partner (OMS, 1997). Questi esempi rispecchiano la posizione di dominanza degli uomini e mostrano anche che la violenza contro le donne è spesso ratificata da leggi, tradizioni e costumi. Mostrano inoltre che ancora oggi è condivisa l'idea che l'uso della violenza maschile all'interno della coppia sia, in alcune culture, considerata lecita e ciò si traduce spesso con comportamenti giustificatori, protettivi e occultanti verso i violenti da parte della stessa società.
Ruspini (2009) sostiene che la violenza di genere affondi le proprie radici nelle relazioni sociali patriarcali, una manifestazione diretta della volontà di dominio di un sesso, quello maschile, nei confronti di quello femminile, percepito come inferiore o di propria proprietà e per questo talvolta essa è tollerata (es. in Italia vi era il delitto d’onore, il marito o familiare era legittimato ad uccidere la donna che aveva disonorato la famiglia a causa del suo comportamento adulterino).
Ovviamente questa non è l’unica spiegazione possibile alla violenza di genere, infatti diversi studi sulla violenza nella coppia hanno cercato di identificare i possibili predittori e motivazioni del fenomeno. Inizialmente le indagini si siano orientate ad indagare le caratteristiche della donna vittima di violenza, poi dell’aggressore e successivamente le interazioni che si creano all’interno della coppia (Monacelli & De Marco, 2009). Tuttavia le interpretazioni teoriche citate non riescono a spiegare tutti i tipi di violenza di genere, perché non esiste un singolo fattore alla sua base.
Una specifica forma di violenza di genere su cui soffermarsi è la violenza domestica. Il rapporto Unicef indica che la violenza domestica è la forma più comune di abuso commesso contro le donne (UNICEF, 2006). Lo stesso rapporto rivela che la violenza sulle donne è agita principalmente da un familiare o dal partner: almeno una donna su tre in tutto il mondo subisce questo tipo di violenza nel corso della vita. Per questo motivo l’Unicef ritiene che non si possa parlare di problema privato, ma di una reale questione di salute pubblica.
In Italia, gli ultimi dati ISTAT (2019) riportano che quasi 7 milioni di donne italiane dai 16 ai 70 anni hanno subito almeno una volta nella vita una forma di violenza (20,2% violenza fisica, 21% violenza sessuale con casi nel 5,4% di violenze sessuali gravi, come stupro e tentato stupro). Numeri sconvolgenti, se si considera che a praticare le violenze siano stati partner o ex partner: nel dettaglio, su una cifra di 3 milioni di donne, la violenza è avvenuta nel 5,2% dei casi dall’attuale partner e nel 18,9% dei casi da un ex partner.
Volendo analizzare le possibili cause della violenza domestica , secondo il documento “Domestic violence against woman and children” (UNICEF, 2000) i fattori principali sono diversi: legati alla cultura, agli aspetti economici, legali e politici.
Gli aspetti culturali sono relativi alla socializzazione legata al genere, ai ruoli sessuali e di genere appropriati per maschio e femmina, alle conseguenti aspettative dei ruoli all’interno della relazione; ma anche alla trasmissione intergenerazionale della violenza, cioè l’aver subito abusi o aver assistito a continui episodi di violenza domestica nell’infanzia è un fattore predittivo, in quanto la violenza viene interiorizzata come accettabile nei momenti di conflitto.
I fattori economici riguardano diversi ambiti:
nella sfera privata -> la dipendenza economica che le donne in una relazione violenta possono avere, in quanto il compagno impedisce loro di lavorare.
Nella sfera sociale si può intendere le difficoltà che le donne possono avere per accedere al mondo del lavoro, soprattutto in certi settori o nel fare carriera.
E anche il mancato o limitato accesso alle donne all’istruzione comporta una serie di conseguenze e problematiche che rende le donne più vulnerabili e a rischio di violenze o abusi.
Tra i fattori legali rientra la difficoltà, in diversi Stati, di riconoscere i diritti delle donne e di leggi, in favore e tutela della donna, per prevenire e condannare determinate situazioni di violenza.
È riduttivo perciò considerare la violenza domestica, soprattutto, come una situazione dovuta alla patologia o condizione di disagio dell’aggressore. Questa erronea spiegazione della violenza, ne porta con sé altre, altrettanto difficili da sradicare, proprio perché legate alle rappresentazioni sociali dei comportamenti femminili e maschili. Per esempio “l’uomo non riesce a resistere ai propri istinti primordiali” è una sorta di giustificazione della violenza che è causata dalla “natura” dell’uomo oppure la vittima viene percepita come provocatrice ( “se l’è cercata”) e quindi colpevole alla stregua del suo carnefice.
Eleonora Palmiotto
Although there is no universally accepted definition of gender-based violence, the United Nations Declaration on the Elimination of Violence against Women (1993) defines gender-based violence as "any act of gender-based violence that results or can probably result in physical, sexual or psychological harm or suffering to women, including threats of such acts, arbitrary coercion or deprivation of liberty, whether in public or private life. " This definition is broad and includes physical, psychological and sexual violence in private and public life towards women of any age and nationality, at any point in their life. It is recognized, therefore, that gender-based violence is one of the crucial social mechanisms that is rooted and that perpetuates a historical foundation such as gender asymmetry and the subordinate role of women. Violence against women is one of the most systematic and widespread violations of human rights. In fact, many researches indicate a high incidence of violence against women in almost all countries of the world. Persistent over time, regardless of cultural boundaries, violence against women does not appear however, in the same way and with the same intensity at any historical moment and in any place. What changes from one time and place to another, is not so much the behaviour of the aggressor but the level of social acceptance of that behaviour. Each community defines different levels of acceptance of violent behaviour. For example, in some cultures, child marriages and genital mutilation and violence on the partner are considered acceptable (WHO, 1997). These examples show the dominant position of men and also that violence against women is often validated by laws, traditions and customs. They also show how spread is, even today, the idea that the use of violence by the male within the couple is, in some cultures, considered legitimate and it is often justified, protected and hided by the society itself. Ruspini (2009) argues that gender-based violence has its roots in patriarchal social relations, a direct manifestation of the will to dominate of a sex, the male one, on the female one, perceived as inferior or as a property and therefore the violence is sometimes tolerated (e.g. in Italy there was the honour killing, the husband or a member of family was entitled to kill the woman who had dishonoured the family because with adultery). Obviously, this is not the only possible explanation for gender-based violence, in fact several studies on couple violence have tried to identify the possible predictors and motivations of the phenomenon. Initially the investigations were oriented to investigate the characteristics of the woman victim of violence, then on the aggressor and subsequently on the interactions within the couple (Monacelli and De Marco, 2009). However, the cited theoretical interpretations fail to explain all types of gender-based violence, because there is no single factor at its base. A specific form of gender-based violence is domestic violence. The UNICEF report indicates that domestic violence is the most common form of abuse committed against women (UNICEF, 2006). The same report reveals that violence against women is perpetrated mainly by a family member or partner: at least one woman out of three around the world suffers this type of violence in her lifetime. For this reason, UNICEF believes that we cannot talk about a private problem, but a real public health issue. In Italy, the latest ISTAT report (2019) says that almost 7 million Italian women, age between 16 and 70 years old, have experienced at least once in their life a form of violence (20.2% physical violence, 21% sexual violence with a 5,4% of serious sexual violence, such as rape and attempted rape). Shocking numbers considering that the violence is perpetrated by partners or ex-partners: among 3 million women in the 5.2% of cases the attacker is the current partner and in 18.9% of cases is the former partner. Analysing the possible causes of domestic violence, according to the document "Domestic violence against women and children" (UNICEF, 2000) the main factors are different: related to culture, to economic, legal and political aspects. • The cultural aspects are related to socialization linked to gender, to sex and gender roles appropriate for men and women, to the consequent expectations within the relationship; but also to the intergenerational transmission of violence, that is to say having suffered abuse or having witnessed continuous episodes of domestic violence in childhood is a predictive factor, as violence is internalized as acceptable in times of conflict. • The economic factors concern different areas: - in the private sphere the economic dependence that women can experience when in violent relationship, as the partner prevents them from working. - In the social sphere the difficulties that women can face entering the world of work, especially in certain sectors or in making a career; - And also, the lack or limited access to education entails a series of consequences and problems that make women more vulnerable and at risk of violence or abuse. • Among the legal factors there is the difficulty in some states, in recognizing women's rights and making laws in favour and protection of women, to prevent and condemn certain situations of violence. It is therefore reductive to consider domestic violence as a situation due to a pathological condition of discomfort of the perpetrator. This erroneous explanation of violence brings along others, equally difficult to eradicate, precisely because they are linked to the social representations of female and male behaviour. For example, "men cannot resist their primordial instincts" is a kind of justification for violence as it is caused by the "nature" of men or, the victim is perceived as provocative ( “she ask for it, she had it coming") and then as guilty as the attacker.
(translated by Irene Santoro)
BIBLIOGRAFIA/REFERENCES
ISTAT (2019) Violenza sulle donne dentro e fuori la famiglia, ISTAT: Roma
Monacelli, N., & De Marco, V. (2009). Rappresentazioni di genere e violenza privata. Una ricerca intervento nella provincia di Parma. pp. 13- 36
ONU (1993) Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne
OMS (1996/97) Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne
Palmiotto, E. (2016). Le rappresentazioni della violenza di genere negli adolescenti. Una ricerca empirica ad Imola. Tesi di Laurea in Socializzazione nel Ciclo di Vita non pubblicata, Alma Mater Studiorum- Università di Bologna.
Ruspini E., (2009). Le identità di genere. Roma: Carocci.
UNICEF (2000),“La violenza domestica contro le donne e le bambine/Domestic violence against woman and children”, in Innocenti Digest, n.6.
UNICEF (2006). La condizione dell’infanzia nel mondo, edizione italiana a cura di Michele Mazzone e Patrizia Paternò. Roma: Primegraf.
SITOGRAFIA
https://www.adnkronos.com/immediapress/2019/08/02/violenza-sulle-donne-dati-primo-semestre-fra-allarme-interventi_CTYPyUvcWs7GyDIRNGMMxJ.html
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