top of page
  • Immagine del redattoreBeyond what they sell

25 novembre. Riconoscere la violenza è il primo passo per non accettarla

25th of November. Recognizing violence is the first step towards not accepting it.

English text below


Il fenomeno della violenza di genere, in particolare nella sua forma di violenza domestica, è stato spesso sottaciuto. Per questo l’assemblea generale delle Nazioni Unite il 17 dicembre del 1999, con la risoluzione 54/134, ha deciso di celebrare il 25 novembre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: per creare maggiore consapevolezza in chi la subisce, ma anche in chi la esercita e per far sì che certe azioni non rimangano più impunite.

La violenza domestica è definita da Ventimiglia (2002) come violenza da fiducia, in quanto è esercitata da una persona conosciuta dalla vittima, con la quale esiste una relazione precedente l’episodio di maltrattamento, e ciò provoca effetti gravissimi psicologici sulla vittima (Monacelli & De Marco 2009).

La violenza domestica si manifesta attraverso varie forme, che andremo ad analizzare. È da notare che sebbene siano elencate separatamente, non si escludono a vicenda. Anzi, spesso vanno di pari passo.


Violenza fisica https://ilmeridio.it/violenze-fisiche-e-psicologiche-alla-moglie-scatta-lallontanamento-da-casa-per-un-54enne/

VIOLENZA FISICA

È quella più facilmente individuabile e con essa si intende non solo un’aggressione fisica grave, ma ogni contatto fisico che mira a spaventare e controllare. Dunque picchiare con o senza l’uso di oggetti, ma anche spintonare, tirare i capelli, dare schiaffi, pugni, calci, strangolare, ustionare, ferire con un coltello, torturare etc. Le violenze più frequenti sono soprattutto schiaffi e spintoni.

Attualmente, nel caso in cui la violenza fisica si manifesti nella sua forma più grave, cioè l’omicidio della donna da parte dell’uomo, si parla di FEMMINICIDIO. In molti di questi casi la donna aveva già chiesto aiuto, per questo bisognerebbe parlare più che di raptus omicida di un’escalation della violenza a senso unico.

“A cosa serve chiamarlo femminicidio? La parola omicidio comprende già i morti di tutti i sessi! No, la parola femminicidio non indica il sesso della morta. Indica il motivo per cui è stata uccisa. Una donna uccisa durante una rapina non è un femminicidio. Sono femminicidi le donne uccise perché si rifiutavano di comportarsi secondo le aspettative che gli uomini hanno delle donne. Dire omicidio ci dice solo che qualcuno è morto. Dire femminicidio ci dice anche il perché” (Michela Murgia, 2016).

VIOLENZA SESSUALE

È l’imposizione di rapporti o pratiche sessuali non desiderate tramite minacce, intimidazioni o forza fisica. Possono avvenire sia da parte di sconosciuti che nell’ambito coniugale e andare a sommarsi ad altre forme di violenza. Spesso, se avviene all’interno di una relazione affettiva, non viene riconosciuta perché identificata dalla vittima come un suo “dovere coniugale” e per questo viene meno denunciato. Altre forme di violenza sessuale sono: le telefonate oscene, molestie sessuali sul lavoro o in luoghi pubblici, subire atti di esibizionismo, l’obbligo a prendere parte alla visione o costruzione di materiale pornografico, incesto, la costrizione a gravidanze indesiderate o a pratiche sessuali umilianti o dolorose fino alla prostituzione forzata.

Nel corso della legislazione italiana il reato di violenza sessuale ha cambiato “forma”. Dal 1996 vi è stato un passaggio: da essere considerato un “reato contro la morale ed il buon costume” è stato riconosciuto come un “reato contro la persona”. Ciò descrive un cambiamento di mentalità, in quanto la violenza sessuale subita lede la donna nella sua integrità personale e non riguarda più il pubblico decoro (Monacelli & De Marco, 2009).

Altre tipologie di violenza, più difficilmente distinguibili sia da parte della vittima che da parte degli osservatori, ma non per questo meno diffuse, sono:

VIOLENZA PSICOLOGICA

Una persona compie violenza psicologica verso un’altra quando la minaccia, insulta verbalmente, ricatta; i comportamenti possono consistere nell’infliggere umiliazioni pubbliche o private, controllarne le scelte individuali e le relazioni sociali fino al completo isolamento, ridicolizzarla e svalutarla continuamente, fare violenza contro animali domestici o oggetti personali di valore affettivo per la vittima, mettere il/la partner in cattiva luce. Anche la deprivazione affettiva può essere una forma di violenza psicologica (Monacelli & Mancini, 2011).

Gli effetti di questo tipo di violenza sono rilevanti. Si tratta di comportamenti messi in atto dall’uomo che contribuiscono a esercitare un controllo e dominio totale sulla donna, limitandone o distruggendone l’autonomia materiale e psicologica fino ad “annichilirla” (Romito, 2000).

Per Marchetti (2008) il messaggio che passa attraverso tutte queste azioni è che la vittima sia una persona priva di valore e questi atteggiamenti s’insinuano nella relazione in modo graduale, portando la vittima ad accoglierli, tollerarli e ad accettare in seguito anche altre forme di violenza.


La violenza psicologica è distruttiva https://www.forelsket.it/violenza-psicologica-silenziosa-invisibile-distruttiva/

VIOLENZA ECONOMICA

Si intende “l’insieme delle strategie che privano la donna della possibilità di agire autonomamente rispetto ai propri desideri” (Bruno, 1998; cf. Monacelli & Mancini, 2011). Perciò consiste nell'impedire alla donna l'accesso alle risorse economiche e quindi di sottrarre o limitare ogni tipo di risorsa che potrebbero permetterle di svincolarsi dalla relazione. Per esempio chi la attua: priva la donna del suo stipendio, non le dà di che vivere, impone le decisioni circa l’uso del patrimonio familiare, spende somme ingenti senza consultarla, la obbliga a lasciare il lavoro, a firmare documenti e contrae debiti a nome suo.

Spesso tale violenza non viene riconosciuta perché scambiata per una normale gestione (maschile) dell’economia familiare; anche in questo caso vi è alla base lo squilibrio nella relazione tra i generi.

STALKING o ATTI PERSECUTORI

Gli “atti persecutori” o stalking sono un fenomeno diffusissimo alla fine delle relazioni violente. Può assumere aspetti diversi: telefonate continue, insistenti e incessanti, anche mute; tempeste di messaggi al cellulare ora minacciosi ora amorosi; pedinamenti; presenza costante sotto casa, davanti al luogo di lavoro o in qualsiasi altro posto dove abitualmente la vittima si reca; irruzioni sul luogo di lavoro; aggressioni fisiche; uso di altre persone come tramite di messaggi offensivi; richiesta continua e ossessiva ad amici e parenti sui movimenti del/della partner. Si può prolungare per mesi, o anche anni. Anche in questo caso si associa ad altre tipologie di violenza e ha conseguenze rilevanti su chi la subisce (Douglas & Dutton, 2001; cf. Monacelli & Mancini, 2011, p.31).

Sebbene abbia sempre fatto parte del comportamento umano, solo di recente lo stalking (atti persecutori) è stato riconosciuto come reato. In Italia, solo nel 15 gennaio 2008, è stato approvato definitivamente il DDL contro le molestie continuative alle donne.


Lo stalking è un crimine https://www.antirazzismo.com/stalking-forma-discriminatoria-e-vessatoria/

Per rimanere in tema di “nuove” forme riconosciute di violenza , vi è il “REVENGE PORN”, il cui disegno di legge è stato approvato in via definitiva il 17 luglio 2019, ed è definito come «pornografia non consensuale». Avviene tramite la diffusione di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate da parte di chi queste immagini le ha realizzate e da parte di chi le riceve e contribuisce alla loro ulteriore diffusione al fine di creare nocumento alle persone rappresentate.

Riassumendo, la violenza di genere si può manifestare in div

Difendersi dalla violenza https://www.pazienti.it/news-di-salute/i-traumi-psicologi-dopo-una-violenza-22112017

erse forme, che è bene conoscere per saperle individuare. È infatti importante sensibilizzare su questo argomento, soprattutto in una giornata come quella del 25 novembre, ma non solo.

Per questo bisogna ricordare che le donne vittime di violenza possono rivolgersi: alle istituzioni (es. polizia), ai centri antiviolenza che si trovano capillarmente sul territorio italiano e al telefono rosa antiviolenza e antistalking al numero 1522.

Perché difendersi dalla violenza è possibile.


Eleonora Palmiotto

The phenomenon of gender-based violence, particularly in its form of domestic violence, has often been ignored. For this reason, the UN General Assembly on December 17th 1999, with Resolution 54/134, decided to celebrate on November 25th the International Day for the Elimination of Violence against Women: to create greater awareness in those who suffer it, but also in those who practice it and to ensure that certain actions do not go unpunished.

Domestic violence is defined by Ventimiglia (2002) as trust-based violence, because it is perpetrated by a person known to the victim, with whom there is a relationship prior to the episode of maltreatment, and this causes very serious psychological effects on the victim (Monacelli & De Marco 2009).

Domestic violence is manifested in various forms, which we will analyse. It should be noted that although they are listed separately, they are not entirely separated. Indeed, they often go hand in hand.

PHYSICAL VIOLENCE

It is the most easily identifiable and with it we mean not only a serious physical attack, but every physical contact that aims to scare and control. So, beating with or without the use of objects, but also pushing, pulling hair, slapping, punching, kicking, strangling, burning, injuring with a knife, torturing etc. The most frequent are slapping and pushing.

Currently, in the cases in which the physical violence manifests itself in its most serious form, that is the murder of the woman by the man, we speak of FEMICIDE. In many of these cases the woman had already asked for help, for this reason we should speak of escalation of one-way violence rather than rather of a homicide burst.

"Why do we call it Femicide?" The word homicide already includes the dead of all the sexes! No, the word femicide does not indicate the sex of the dead woman. Indicates why she was killed. A woman killed during a robbery is not a femicide. Femicides are the women killed because they refuse to behave according to the expectations of men. Saying murder only tells us that someone has died. Saying femicide also tells us why "(Michela Murgia, 2016).

SEXUAL VIOLENCE

It is the imposition of unwanted sexual relationships or practices through threats, intimidation or physical force. It can occur both from strangers and in the conjugal relation and together with other forms of violence. Often, if it occurs within an affective relationship, it is not recognized because it is identified by the victim as a "conjugal duty" and for this reason is less reported. Other forms of sexual violence are: obscene phone calls, sexual harassment at work or in public places, acts of exhibitionism, the obligation to take part in the viewing or creation of pornographic material, incest, compulsion to unwanted pregnancies or humiliating or painful sexual practices, until forced prostitution.

During the years the crime of sexual violence has changed "form” in the Italian legislation. Since 1996 there has been a passage: from being considered a "crime against morality" it has been recognized as a "crime against the person". This describes a change of mentality, as in the sexual violence the woman has been damaged in her personal integrity and it no longer concerns the public decorum (Monacelli & De Marco, 2009).

Other types of violence, more difficult to distinguish both by the victim and by the observers, but not less widespread, are:

PSYCHOLOGICAL VIOLENCE

One person performs psychological violence on another with threats, verbally abuse, blackmail; the behaviours can consist in inflicting public or private humiliations, controlling their individual choices and social relations up to the complete isolation, ridicule it and continuously devalue it, violence against pets or personal objects with an emotional value for the victim, put the partner in a bad light. Affective deprivation can also be a form of psychological violence (Monacelli & Mancini, 2011).

The effects of this type of violence are relevant. These behaviours put in place by men contribute to exercising total control and dominion over women, limiting or destroying their material and psychological autonomy to the point of "annihilating" them (Romito, 2000).

For Marchetti (2008) the message conveyed is that the victim is a worthless person and these attitudes gradually penetrate the relationship, leading the victim to welcome them, tolerate them and then accept other forms of violence.

ECONOMIC VIOLENCE

It means "the set of strategies that deprive women of the possibility of acting independently with respect to their own desires" (Bruno, 1998; cf. Monacelli & Mancini, 2011). Therefore, it consists in preventing women the access to economic resources and removing or limiting any kind of resource that could allow them to break free from the relationship. For example, those who practice it: deprive the woman of her salary, do not give her a living, impose decisions about the use of family assets, spend large sums without consulting her, oblige her to leave her job, sign documents and contract debts in her name.

Often this kind of violence is not recognized because it is mistaken for a normal (male) management of the family economy; also in this case there is the underlying imbalance in the relationship between genders.

STALKING or PERSECUTOR ACTS

The stalking is a quite common phenomenon at the end of violent relationships. It can have different forms:  insistent and incessant phone calls, even mute; storms of messages on phone at times threatening and at times amorous; following the person; constant presence outside the house, at the workplace or in any other place where the victim usually goes; sudden irruption at the workplace; physical aggressions; use of other people to deliver offensive messages; continuous and obsessive request to friends and relatives to know the movements of the ex-partner. It can last for months, or even years. Also, in this case it is associated with other types of violence and has significant consequences on those who suffer it (Douglas & Dutton, 2001; cf. Monacelli & Mancini, 2011, p.31).

Although it has always been part of human behaviour, the stalking has only recently been recognized as a crime. In Italy, only on January 15th, 2008, the law against continuing harassment of women was definitively approved.

To remain on the subject of "new" recognized forms of violence, there is the "REVENGE PORN” (the law about this crime was approved this year in Italy, on July 17th, 2019), and is defined as "non-consensual pornography". It occurs through the dissemination of images or videos with sexually explicit content, destined to remain private, without the consent of the persons represented by those who created these Images and by those who receive them and contribute to their further dissemination in order to create harm to the people represented.

To sum up, gender-based violence can have different forms, which it is good to know in order to identify them. It is important to raise awareness on this topic, especially on a day like November 25th, but not only.

We must remember that women victims of violence can contact: the institutions (e.g. police), the anti-violence centres that are widespread on the Italian territory and call the pink phone number 1522 anti-violence and anti-stalking.

Because defence against violence is possible!

(Translated by Irene Santoro)

BIBLIOGRAFIA / REFERENCES

Bruno, T. (1998). Violenza familiare e maltrattamento sulla donna. Il seme e l’albero, VI, 2-3,15.

Douglas, K. S., & Dutton, D. G. (2001). Assessing the link between stalking and domestic violence. Aggression and violent behaviour, 6(6), 519- 546.

Marchetti, I. (2008). Volere o Violare? La percezione della violenza di genere negli adolescenti stereotipi e processi di legittimazione. Milano: Unicopli.

Monacelli, N., & De Marco, V. (2009). La violenza domestica contro le donne. In Provincia di Parma. Rappresentazioni di genere e violenza privata. Una ricerca intervento nella provincia di Parma. pp. 13- 36.

Monacelli, N., & Mancini, T. (2011). Dalla violenza intrafamiliare alla violenza contro le donne. In Regione Veneto. Commissione regionale per le Pari Opportunità(Eds). Violenza sulle donne. I giovani come la pensano? Risultati, esperienze e riflessioni. pp. 21- 49.

Palmiotto, E. (2016). Le rappresentazioni della violenza di genere negli adolescenti. Una ricerca empirica ad Imola. Tesi di Laurea in Socializzazione nel Ciclo di Vita non pubblicata, Alma Mater Studiorum- Università di Bologna.

Romito, P. (2000). La violenza di genere su donne e minori. Un’ introduzione. Milano: Franco Angeli.

Ventimiglia, C.(2002). La fiducia tradita. Storie dette e raccontate di partner violenti. Milano: Franco Angeli.

SITOGRAFIA

https://unaltrogeneredirispettoblog.wordpress.com/2016/11/23/dillo-che-sei-mia-la-trappola-fatale-dellimmaginario-di-michela-murgia/

Questo blocco ha causato un errore e non può essere visualizzato in anteprima.

https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/revenge-porn-prime-impressioni-e-problematiche-interpretative/

Questo blocco ha causato un errore e non può essere visualizzato in anteprima.

11 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page