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Viaggio nei Balcani di padre in figlia (parte 1)/ Balkan tour from father to daughter (part 1)

Testo e traduzione di Chiara Silvestri



Blagaj, 2020 (Bosnia ed Erzegovina)

Ho -ahimè- pochi ricordi sul tempo passato con mio padre nella fanciullezza; era uno di quei lavoratori stacanovisti. Un professore di educazione tecnica, che quando non era ad insegnare, andava a lavorare il suo campo o a portare in giro me e mia sorella a sbucciarci le ginocchia o a scottarci al lago Trasimeno.

Ho avuto la fortuna di essere cresciuta da un “malato di viaggi”. Ma non era un semplice turista: era un vero e proprio viaggiatore. Direte: “Mbè, cosa c’entra questo con le pari opportunità?”. C’entra, per quello che vi sto per raccontare.

La quarantena è stata dura per ognun* di noi, in un qualunque Paese. E io ho voluto intervistare mio padre, chiedendogli di raccontarmi il suo viaggio in solitaria nei Balcani nel lontano – anche se non troppo- 1978. Mio padre all’epoca aveva 35 anni. Un baldo giovine.

« Mi sono fatto quasi 8000 km da solo con la mia Fiat 124. E sai, la manutenzione la facevo io da solo, eh. Tutta da solo »

« Bravo pà, ora però concentrati. Perché avevi deciso di fare un viaggio nei Balcani?»

Mostar, 2020 (Bosnia ed Erzegovina)

« Bé, era il '78. Sai, ancora stava su il Ponte di Mostar! Era da tanto tempo che non andavo in ferie, e ne avevo maturate un bel pò, quindi avevo deciso che era il momento di farmi un bel viaggio! Sono partito da Perugia, e sono passato per quelle che ora sono Slovenia, Croazia, Ungheria, Romania...per poi essere fermato da un poliziotto in Bulgaria- senza motivo eh!- e arrivare in Grecia. Poi dalla Grecia sono risalito per la Macedonia del Nord, il Kosovo, la Bosnia...ed ecco. Ma la Serbia...non so...non ricordo. Sono stato fuori per un mese, non avevo nemmeno informato i miei genitori!»

« Alla faccia della sicurezza, pà! Bene, cosa ti ha colpito di quel viaggio? »

« Eh che le donne facevano qualsiasi cosa!!! Le vedevo che lavoravano nei campi, sui trattori...le donne, capito?! Poi quando ero a Mostar in Bosnia dovevo cambiare soldi, e l’ufficio era composto tutto da donne! Ho visto anche molte di loro che facevano le poliziotte...insomma, mi ha colpito vedere queste pari opportunità a livello lavorativo. Me lo ricordo come se fosse ieri!»

«Come ti sei sentito a viaggiare in solitaria?»

« Non mi sono mai sentito da solo; ho conosciuto una coppia di tedeschi in Ungheria, mentre in Grecia ho conosciuto anche un direttore d’orchestra!!!»

Bajina Basta, 2020 (Serbia)

« Bene! E consiglieresti un viaggio così ai giovani o alle giovani?»

« Bè, consigliare….adesso non lo farei manco morto! Penso a tutto quello che ho passato, al sentimento di paura che potessero magari derubarmi. Cioè quelle paure si sarebbero potute tradurre in realtà. Ma a 35 anni non ci pensavo. Ci ho pensato dopo! Consiglierei sì, di partire. Viaggiare. Ma con la testa, organizzati!»

Ho fatto una domanda trabocchetto a mio padre: gli ho chiesto volutamente se volesse consigliare ai giovani o alle giovani un viaggio del genere.

Molt* mi avrebbero risposto: “Perché no? Poi certo, se sei una ragazza, magari eviterei”.

Avete mai sentito dire che “per una ragazza” non sta bene viaggiare da sola?



Tirana, 2018 (Albania)

Io ho fatto il mio primo brevissimo viaggio in solitaria a Praga 5 anni fa. Poi ho voluto farne uno più lungo e sfidare la pressione sociale che avvertivo fino a quel momento: ho viaggiato dunque, senza amici e da single, dall’Albania alla Grecia. Mi sono appoggiata a un’agenzia di viaggi di Tirana. Mi sono sentita dire: «Perché viaggi da sola? Dov’é tuo marito?». Ho risposto solo che sentivo di fare quel viaggio in quella modalità, per mettermi alla prova, per diventare più coraggiosa e dimostrare a me stessa che anche da single potevo godermi una vacanza e fare nuove conoscenze. Mi sono sentita rispondere: “Eh ma non è un pò triste?”. In quel viaggio, erano tutte coppie di fidanzati e una mamma con la figlia. Poi c’ero io. Da sola. Ma tornassi indietro non cambierei una virgola di quell’esperienza...che vi racconterò meglio la prossima volta!



(English version)


I have few memories of the time spent with my father during my childhood; he was one of those workaholic people. A professor of technical education, who used to spend his free time working his small land or taking me and my sister to get sun burned at Trasimeno lake or to peel our knees playing around.

I was blessed to be raised by a "travel- addicted". But he was not a simple tourist: he was a real traveler. You would say: "Well, what does this have to do with gender equality?". Just wait for it.

Quarantine has been tough for every human being, in any country. And I wanted to interview my father, asking him to tell me about his solo trip to the Balkans in the distant - even not that much - 1978. My father was 35 at the time. A bold young man.

«I drove 8000 km alone with my Fiat 124. And you know, I used check the maintenance by myself. All alone»

«Well done, dad. But try to focus! Why did you decide to travel to the Balkans?"

« Well, it was '78. You know, the old Mostar Bridge was still there! It was a long time since I went on vacation, and I had gained many off days, so I decided that it was time to have a nice trip. I left Perugia, and drove through Slovenia, Croatia, Hungary, Romania ... and then I was stopped by a policeman in Bulgaria - for no reason! - and arrived in Greece. Then, I traveled from Greece to North Macedonia, Kosovo, Bosnia... and there we go. But Serbia... I don't know... I don't remember. I traveled for a month! I didn't say anything to my parents though!»

« This wasn't a wise idea, dad! But tell me, what struck you most about that trip? »

«Well, women did everything there!!! I saw women working in the fields, on tractors... women, do you understand ?! Then when I was in Mostar in Bosnia I had to change money, and the office was made up entirely of women! I also saw many of them who were traffic police officers ... in short, it struck me to see these equal opportunities at working level. I remember it like it was yesterday»

«How did you feel about traveling alone?»

«I never felt lonely; I met a German couple in Hungary, while in Greece I also met a conductor!!! "

«Well ... would you recommend a trip like this to the young men or women? »

«Well... I wouldn't do it now! I think of everything I went through, the feeling of fear of being robbed. Those fears could have turned into reality. But at that time (I was 35) I didn't think about it. I thought about it later! So yes, I would recommend travelling, but wisely and organized».

 

I asked a sneaky question to my father: I intentionally asked him if he wanted to recommend a trip like this to the young men AND women.

Many would have replied: “Why not? Then of course, if you're a girl, maybe I would avoid it"

 

Have you ever heard that "for a girl" it is not good to travel alone?


I made my very first solo trip to Prague 5 years ago. Then I wanted to make a longer one and challenge the social pressure I felt until then: I traveled, therefore, without friends and single, from Albania to Greece. I leaned on a travel agency in Tirana. I have been asked: "Why are you traveling alone? Where's your husband?". I just replied that I felt I had to take that journey in that way, to test myself, to become braver, to prove to myself that even as a single person I could enjoy a holiday, make new acquaintances. I had been told: "Well, isn't it a little sad?". On that trip, they were all engaged couples and a mom with her daughter. Then I was there. Alone. But if I went back, I wouldn't change a comma of that experience... and I will tell you better about it the next time! "


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