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L’ETEROFOBIA NON ESISTE, MA FATE BENE AD AVERE PAURA

(english text below)

Illustrazione di Alberto Gerardi

Antonio: Vi dirò che io comincio ad essere stufo di questi spettacoli etero. Basta! Sono anni che ce la menano col loro vittimismo. Non ci interessano più.

Enzino: Per me ti sbagli. Il torbido mondo degli eterosessuali è ancora pieno di lati perversi, violenti, morbosi…

Nereo: La mia amica ha ragione: prendiamo i giornali di oggi e vedrete che qualcosa di interessante si trova ancora…

Vengono letti due o tre articoli di giornale (il “Corriere”, per esempio, “La Repubblica”, “Il Quotidiano dei lavoratori”). Titoli tipo: Padre snaturato violenta la figlia e getta la suocera dal quinto piano.

Il grido imbarazzante all’eterofobia non è una novità, è un lamento ostativo che ricorre in ogni discussione riguardante la comunità LGBTQI+ e, in generale, per difendere il proprio privilegio e negare una discriminazione sistematica e strutturale, si invoca sempre l’inesistente discriminazione inversa. È il caso del “razzismo al contrario”, della “cristianofobia”, del “maschicidio” e via dicendo.

Le discriminazioni basate sul genere e l’orientamento sessuale non hanno mai smesso di essere un’emergenza in Italia, lo dimostrano i dati preoccupanti sulle aggressioni omofobe, sul discorso d’odio e sul tasso di femminicidi; ma il dibattito è tornato alla ribalta perché è in discussione in questi giorni il testo unificato C. 107 (Boldrini e altri), C. 569 (Zan e altri), C. 868 (Scalfarotto e altri), C. 2171 (Perantoni e altri) e C. 2255 (Bartolozzi) che vuole apportare modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere. L’intento è estendere, cioè, i reati di propaganda e istigazione all’odio (crimini d’odio), già previsti e puniti dalla legge Mancino per motivi razziali, etnici e religiosi e rendere effettivi i principi di uguaglianza e tutela delle minoranze su cui si basa la Costituzione italiana, in ottemperanza alle convenzioni internazionali sui diritti umani.

C’è da fare una precisazione preliminare: questa legge non istituisce alcun reato di opinione e dunque non si tratta di una norma liberticida. Essa vuole intercettare, riconoscere e punire chi istiga a commettere o commette atti discriminatori nei confronti di un gruppo sociale o di un individuo perché appartenente a un determinato gruppo sociale. Se un quindicenne scrive sul proprio profilo Facebook di odiare gli omosessuali è grave, ma se a farlo è un ministro della Repubblica è peggio ed è ancora peggio se nascono movimenti o associazioni che fanno della discriminazione o dell’incitamento alla violenza i propri scopi.

In secondo luogo, le categorie di sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere comprendono le donne e le minoranze sessuali (per cui, chissà perché, il provvedimento si è reso necessario), ma ironia della sorte anche gli uomini e gli eterosessuali. Quindi se da un lato proporre come vittima il gruppo dominante e normativo (gli uomini e gli eterosessuali appunto) è anacronistico; in questo caso risulta doppiamente ridicolo perché la legge è pensata per proteggere tutti e tutte.

Se ti stai domandando a che cosa serve una legge di questo tipo, se pensi che ci sono altre priorità, se hai paura che qualcosa possa cambiare nella tua vita, vuol dire che fai parte del problema e fai bene ad essere spaventato. Fai parte del problema perché evidentemente sei tra quelle persone privilegiate che non sono state mai insultate o picchiate per la persona a cui tieni la mano; non sei stato cacciato di casa per come ti vesti; non sei stato scartato a un colloquio per il fatto di poter avere una gravidanza; non ci sono Paesi in cui ti è proibito amare e non è mai stato progettato uno sterminio a causa della tua sessualità. O magari hai letto, visto, sentito qualcuna di queste cose, ma non ti ha mai riguardato e hai avuto la possibilità di ignorarle. Per questo faresti bene ad avere paura, perché quello che in piccolo questa legge vuole fare e più radicalmente i movimenti e chi fa attivismo, è non lasciare più impunita (in questo senso uccidere) la libertà di odiare e restare indifferenti, sovvertendo i meccanismi che creano cittadini di serie A e cittadini di serie B. I crimini d’odio sono solo la punta dell’iceberg dell’oppressione che si nutre della costruzione di un linguaggio d’odio, di stereotipi e false rappresentazioni, di distorsioni dei dati e delle realtà, di dogmi religiosi e opinioni antiscientifiche, di discriminazioni sul posto di lavoro, in famiglia, a scuola, nelle istituzioni. E i crimini d’odio, alla fine, uccidono per davvero.

Non è un caso infatti che per bloccare la legge, sono stati presentati 1017 emendamenti, di cui 975 a firma dei partiti Lega (Salvini) e Fratelli d’Italia (Meloni) come tattica ostruzionista, già utilizzata nel 2015 contro la legge sulle unioni civili. Tra le “onorevoli” proposte di modifica, come dettagliatamente riportato dalla campagna “Dà voce al rispetto” che segue passo dopo passo l’iter della legge in questione, ci sono quelle dell’On. Pagano (Lega) che vuole escludere le discriminazioni se avvenute durante i percorsi universitari o scolastici o all’interno di relazioni parentali; quella di introdurre la “mammofobia” e la “babbofobia” ed equiparare il tutto alle discriminazioni per calvizie e canizie (On. Montaruli, Varchi e Maschio – Fratelli d’Italia). I primi emendamenti cercano di depotenziare la legge limitandone l’applicabilità, volendo escludere quegli ambienti e quelle relazioni dove più spesso insorgono le discriminazioni e in cui meno dovrebbero essere tollerate; i secondi cercano di minarne la legittimità e specificità per non riconoscerne il significato sociale e le responsabilità che ne conseguono.

In ultimo lo scorso 23 Luglio è stato approvato l’emendamento giornalisticamente chiamato “Salva-idee” (e già qui ormai abbiamo capito che c’è un problema, dal momento che le idee non sono mai state messe a rischio), proposto e approvato per rassicurare la componente cattolica della maggioranza e cogliere l’apertura (condizionata) del partito di centro-destra Forza Italia. Non si capisce perché sulle vite e la dignità delle persone LGBTQ+ bisogni sempre rassicurare qualcuno, magari di partiti e ideologie dichiaratamente contrari. Non a caso nella legge Mancino che individua 4 motivi di discriminazione (etnia, razza, nazionalità e religione) una clausola di salvaguardia simile non esiste. L’emendamento recita: “Ai sensi della presente legge, sono consentite la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte”. Ora pur volendo accettare la prima parte dell’emendamento, che ribadisce un principio costituzionalmente già garantito della libertà di espressione, non si capisce cosa si intenda per condotte legittime riconducibile al pluralismo di idee. Difatti, una tale formulazione si presta a interpretazioni strumentali, per cui per esempio le terapie riparative (ovvero psicoterapie individuali e di comunità volte a “guarire” dall’omosessualità) potrebbero essere giustificate con il pluralismo di idee; così come il rifiuto di fornire beni e servizi a persone LGBTQ+ (che può essere una casa in affitto come una visita medica). Sembra una versione moderna dell’obiezione di coscienza prevista nella legge sull’aborto, con tutte le sue nefaste conseguenze.

Insieme questi tentativi, in realtà, ci aiutano a dimostrare che quelli di omofobia, transfobia, bifobia e misoginia sono fenomeni complessi e profondi. L’intervento legislativo è necessario e la repressione giudiziaria è utile e giusta, ma entrambe da sole non sono sufficienti. Per combattere l’omonegatività (che comprende oltre al timore, al disprezzo e al disagio dell’omofobia, anche le dimensioni psicologiche e sociali quali le rappresentazioni, le credenze, gli atteggiamenti, i linguaggi negativi verso il mondo omosessuale) e il maschilismo bisogna cambiare e liberare la cultura e investire nella prevenzione delle discriminazioni e delle violenze e nell’educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità. È per questo che il testo in discussione deve essere approvato in tutti i suoi 9 articoli, senza essere tranciato e minimizzato nella sua seconda parte riguardante le politiche attive (come l’istituzione di centri di accoglienza e lo stanziamento di fondi per la prevenzione). Questo deve essere un punto di ripartenza e non di arrivo.

L’eterofobia non esiste, ma fate bene ad avere paura perché la legge contro l’omobitransfobia e la misoginia non è l’unica cosa che vogliamo.

Bambola: E quando ci penserà?
Giovanni: Più avanti, più avanti. Adesso non c’è tempo. Non vedi il casino della crisi, la cassa integrazione, le fabbriche occupate, le campagne deserte. C’è già da occuparsi del salario e dell’autoriduzione, vuoi anche che ci occupiamo della felicità?
Intro e outro: [testo teatrale] Collettivo Nostra Signora dei Fiori. "La Traviata Norma ovvero: vaffanculo... ebbene sì." (1977).

Gennaro Veneziano



HETEROPHOBIA DOES NOT EXIST, BUT YOU’D BETTER TO BE AFRAID

Antonio: I'll tell you that I'm starting to get tired of these straight shows. That's enough! They have been taking it for years with their victimhood. We don't care anymore.

Enzino: You're wrong for me. The murky world of heterosexuals is still full of perverse, violent, morbid sides ...

Nereo: My friend is right: let's take today's newspapers and you will see that something interesting is still found ...

Two or three newspaper articles are read (the "Corriere", for example, "La Repubblica", "The workers' newspaper"). Headlines like: Distorted father rapes his daughter and throws his mother-in-law from the fifth floor.

The embarrassing cry to heterophobia is nothing new, it is a complaint that recurs in any discussion concerning the LGBTQI + community and, in general, to defend one's privilege and deny systematic and structural discrimination, inverse non-existent discrimination is always invoked . This is the case of "reverse racism", of "Christianophobia", of "malecide" and so on.

Discriminations based on gender and sexual orientation have never ceased to be an emergency in Italy, worrying data on homophobic assaults, hate speech and the rate of femicides demonstrate this; but the debate has returned to the fore because the unified text C. 107 (Boldrini and others), C. 569 (Zan and others), C. 868 (Scalfarotto and others), C. 2171 (Perantoni and others) and C. 2255 (Bartolozzi) which wants to make changes to articles 604-bis and 604-ter of the penal code, in the matter of violence or discrimination on grounds of sex, gender, sexual orientation and gender identity. The intent is to extend, indeed, hate propaganda and hate crime, already foreseen and punished by the Mancino law for racial, ethnic and religious reasons and to implement the principles of equality and protection of minorities on which the Italian Constitution is based on, in compliance with international human rights conventions.

There is a preliminary clarification: this law does not establish any crime of opinion and therefore it is not a liberticidal rule. It wants to intercept, recognize and punish those who instigate to commit or commit discriminatory acts against a social group or an individual because of its belonging to a specific social group. If a 15-year-old writes on his Facebook profile to hate homosexuals, it is serious, but if it is a minister of the Republic to do it, it is worse and it is even worse if movements or associations are born making discrimination or incitement to violence their purposes.

Secondly, the categories of sex, gender, sexual orientation and gender identity include women and sexual minorities (for which, who knows why, the provision has become necessary), but ironically also men and heterosexuals. So if on the one hand to propose as a victim the dominant and normative group (men and heterosexuals in fact) is anachronistic; in this case it is doubly ridiculous because the law is designed to protect everyone.

If you are wondering what a law of this type is for, if you think there are other priorities, if you are afraid that something may change in your life, it means that you are part of the problem and you are right to be scared. You are part of the problem because evidently you are among those privileged people who have never been insulted or beaten for the person you hold your hand to; you have not been thrown out of the house for the dress you like to wear; you have not been dismissed for an interview because you may be pregnant; there are no countries where you are forbidden to love and an extermination has never been planned because of your sexuality. Or maybe you've read, seen, heard some of these things, but you've never been concerned with them and have had the opportunity to ignore them. You’d better to be afraid then, because what this law wants to do in a small way and more radically the movements and those who make activism, is not to leave unpunished (in this sense, to kill) the freedom to hate and remain indifferent, subverting the mechanisms that create first and second-class citizens. Hate crimes are only the tip of the iceberg of oppression that feeds on the construction of a language of hatred, stereotypes and false representations, distortions of data and realities, religious dogmas and unscientific opinions, of discrimination in the workplace, in the family, at school, in institutions. And hate crimes, eventually, kill for real.

It is no coincidence that in order to block the law, 1017 amendments were tabled, 975 of which signed by the Lega (Salvini) and Fratelli d'Italia (Meloni) parties as obstructionist tactics, already used in 2015 against the law on civil unions. Among the "honorable" proposed changes, as detailed in the campaign "Gives voice to respect" which follows the process of the law in question step by step, are those of the Hon. Pagano (Lega) who wants to exclude discrimination if it occurred during university or school courses or within parental relationships; that of introducing "mommyphobia" and "daddyphobia" and equating everything to the discrimination for baldness and rash (Hon. Montaruli, Varchi and Maschio – Fratelli d’Italia). The first amendments seek to weaken the law by limiting its applicability, wanting to exclude those environments and relationships where discrimination more often arises and where less should be tolerated; the latter try to undermine their legitimacy and specificity so as not to recognize their social meaning and the responsibilities that follow from it.

Lastly, on July 23rd the amendment journalistically called "Save-ideas" was approved (and already here we understand that there is a problem, since ideas have never been put at risk), proposed and approved to reassure the Catholic component of the majority and seize the opening (conditional) of the center-right party Forza Italia. It is not clear why the lives and dignity of LGBTQ + people always need to reassure someone, perhaps of parties and ideologies openly opposed. It is no coincidence that in the Mancino law which identifies 4 grounds of discrimination (ethnicity, race, nationality and religion) a similar safeguard clause does not exist. The amendment reads: "Pursuant to this law, the free expression of beliefs or opinions as well as legitimate conduct attributable to the pluralism of ideas and the freedom of choices are allowed." Now even if we want to accept the first part of the amendment, which reaffirms a constitutionally guaranteed principle of freedom of expression, we do not understand what is meant by legitimate conduct attributable to the pluralism of ideas. Indeed, such a formulation lends itself to instrumental interpretations, so for example conversion therapies (that is individual and community psychotherapy aimed at "healing" from homosexuality) could be justified with the pluralism of ideas; as well as the refusal to supply goods and services to LGBTQ + people (which can be a house for rent as a medical examination). It looks like a modern version of the conscientious objection stated in the abortion law, with all its harmful consequences.

Together these attempts actually help us demonstrate that those of homophobia, transphobia, biphobia and misogyny are complex and profound phenomena. Legislative intervention is necessary and judicial repression is useful and fair, but both alone are not enough. To combat homegativity (which includes in addition to fear, contempt and discomfort of homophobia, also the psychological and social dimensions such as representations, beliefs, attitudes, negative languages ​​towards the homosexual world) and male chauvinism must change and free the culture and investing in the prevention of discrimination and violence and education in differences, affectivity and sexuality. This is why the text under discussion must be approved in all its 9 articles, without being cut and minimized in its second part concerning affirmative actions (for instance shelter homes and funds for prevention). This must be a point of departure and not of arrival.

Heterophobia does not exist, but you’d better to be afraid because the law against homobitransphobia and misogyny is not the only thing we want.

Bambola: And when will you think about it?

Giovanni: Later, later. Now there is no time. You don't see the mess of the crisis, the layoffs, the occupied factories, the deserted countryside. There is already to deal with wages and self-reduction, do you also want us to take care of happiness?

Intro and outro: [theatrical text] Collective Nostra Signora dei Fiori. "La Traviata Norma or: fuck you ... yes." (1977).


Text and translation by Gennaro Veneziano

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