by Bora Skreli
(English text below)
Chi legge Jane Eyre e non ama Monsieur Rochester? O come mi piace dire: Misjë Roshesterrrrr ...
Non ho intenzione di riassumere il libro qui, perché vorrei che leggeste il libro o guardaste il film. Anche se sono quasi sicura che molti di voi, se decidete di leggere questa riflessione, ne avete almeno sentito parlare.
Bene, ho letto il libro fino circa a metà e ho visto i film, tutti e tre - e ho chiamato il mio cane Tobi come Toby Stephens, il Rochester del 2006. Non sapevo che Fassbender avrebbe poi interpretato Rochester ... sarei curiosa di sapere quale nome avrebbe Tobi se avessi visto prima la versione con Fassbender.
Ad ogni modo ...
La prima volta che ho visto il film mi sono identificata molto con Jane; pallida, oscura e non "benedetta" dalla bellezza, e con questo intendo dire la bellezza "tipicamente" femminile. Era tutto ciò che potevo vedere allora, ero un’adolescente. La presenza di Mr. Rochester mi dava conforto; un uomo alto, bello, vecchio, astuto, vecchio (non è così vecchio, ma sto aggiungendo un po' di effetto drammatico).
E, dato che, allora, mi definivo un'intellettuale (non fraintendetemi, lo faccio ancora, come potete vedere, dalle mie frasi elaborate) e nonostante il fatto io abbia avuto e abbia problemi con la figura paterna, mi piacevano davvero quei momenti in cui Jane ed Edward parlavano. Jane era in grado di rispondere immediatamente alle sue domande provocatorie; anch'io volevo avere quell'arguzia, perché pensavo, mentre guardavo il film, che fosse quello che piacesse agli uomini. Nota, mio lettore/ mia lettrice, come direbbe Jane, che volevo avere l'arguzia, perché avevo già perso la speranza di avere bellezza e mi restava solo quella. E se osservi ancora più attentamente, non la volevo nemmeno per me, l'arguzia, l’intelligenza, ma per gli uomini e per le altre persone, in modo che potessero vedermi, in modo che io potessi avere loro. Interessante vero?
Forse anche tu ti sei riservato la stessa mancanza di rispetto, ma cerca di non incolparti, a volte quando non sei equipaggiato con tecniche e strumenti per sopravvivere nella vita, ti trasformi tu stesso in uno strumento. Ne crei uno molto buono, eccellente, un personaggio eccellente come direbbe Jung (Ah, papà Jung).
Fu un momento importante per me perché mi diede molta ispirazione su ciò che volevo da un partner. Volevo un Rochester e, in qualche modo, ne ho ottenuto uno.
In tre anni, mi sono trovata un mio Rochester e volevo rileggere il libro e vedere come mi ci relazionavo ora. Mi irritava, non sopportavo il sentimentalismo e non potevo più rapportarmi con Jane, non c'era nulla nella sua relazione che fosse simile alla mia. Ero completamente disillusa. Ora che scrivo non so se fossi delusa dal libro o dalla mia relazione. Al tempo pensai di essere decisamente arrabbiata con il libro, l'ho considerato stupido, la realtà non era niente di simile. Ora che sono più vecchia e più saggia, so che la mia rabbia era rivolta a me e alla mia relazione, che era stupida, per niente simile al libro. Quindi non l'ho finito, non ho più visto film romantici e non ho letto libri romantici fino alla quarantena 2020.
Quindi, avanti veloce fino al 2020, COVID-19 Pandemia.
Durante questa quarantena - da sola con la mia famiglia e non in una relazione sentimentale - ho deciso di dare un'altra possibilità a Charlotte, Jane e Misje Roshester. Ho ascoltato l'audiolibro narrato da Thandie Newton. Voce meravigliosa, narrazione straordinaria. Questa volta è stato diverso. Sono stata molto attenta alla descrizione di Jane, delle sue emozioni, della sua perspicacia, tutto. Le stavo prestando attenzione adesso, non ero molto interessata a leggere di lei e Rochester. Nella mia prima esperienza con Jane Eyre, non vedevo l'ora di sapere di Rochester e di quanto soffriva e di come lei (io) potesse (potessi) salvarlo. Ora, ancora una volta, vedo che ho proiettato molto su quel povero libro.
Una parte che mi ha davvero colpito è stata quella che ho letto di notte; alle tre del mattino, a Tirana (Albania): “passeggiavo” nella cucina di 30 metri quadrati dei miei genitori mentre Jane passeggiava nel giardino di Thornfield, riflettendo sulle sue nuove conoscenze, la signora Fairfex e Adèle. Stava riflettendo sul suo bisogno di eccitazione, eccitazione cerebrale, di incontrare persone che avessero i sui stessi interessi, ecco qua:
Le donne, si ritiene, debbano essere molto calme in generale: ma le donne sentono proprio come gli uomini; hanno bisogno di esercizio per le loro facoltà e un campo per i loro sforzi, proprio come i loro fratelli; soffrono di una troppo rigida restrizione, di una stagnazione assoluta, proprio come soffrirebbero gli uomini; ed è segno di mentalità ristretta nei loro più privilegiati compagni, il dire che dovrebbero limitarsi a fare torte o la calza, a suonare il piano e ricamare borse. È sconsiderato condannarle, o ridere di loro, se cercano di fare di più o di imparare di più di quanto l'abitudine abbia dichiarato necessario per il loro sesso.
Bello eh?
Coraggiosa.
Mi sono ricordata che oltre a Jane c'era Charlotte Brontë che parlava, in un certo senso. E mi sono anche ricordata che era il XIX secolo e che le donne non potevano indossare pantaloni, non potevano votare e non potevano fare molte altre cose. Ma Charlotte, attraverso Jane, sapeva che era giusto essere uguali, sentirsi uguali agli uomini. Ed è giusto perché si "sente" che è giusto, e questo non è lo stesso di dire "penso che non sia giusto che le donne siano uguali agli uomini e quindi non dovrebbero esserlo".
***
Non ho ancora ascoltato l'audio-libro fino alla fine, questa volta non potevo sopportare di sentire Mr Rochester raccontare a Jane le sue storie, i suoi amori e confidarsi con lei, mentre lei rimane molto passiva (dopo tutto lui è pur sempre il suo datore di lavoro), lui che le racconta i suoi dolori e la sua povera vita che non riesce a controllare. Anche Jane ha i suoi dolori e a Jane non importa, quando è arrabbiata glielo farà sapere e si proteggerà, come in questo caso:
Pensi che io sia un automa? - una macchina senza sentimenti che può sopportare di vedersi strappare il boccone di pane dalle labbra e togliere l’ultima viva goccia d’acqua dal bicchiere? Pensi, perché sono povera, oscura, semplice e piccola, sono senz'anima e senza cuore? Pensi male! Ho un’anima come te, e lo stesso cuore! E se Dio mi avesse donato un po' di bellezza e molta ricchezza, avrei potuto renderti difficile il lasciarmi, come adesso lo è per me il lasciarti. Non ti sto parlando ora per mezzo delle usanze, delle convenzioni, e nemmeno attraverso la mia carne mortale: è il mio spirito che si rivolge al tuo spirito; proprio come se entrambi fossimo passati dalla tomba, e ci fossimo fermati davanti a Dio, uguali, - come siamo!
Questo è quello che ho tratto da Jane Eyre ora, la seconda volta. La terza volta, quando sarò sposata con figli, forse vi aggiornerò sulla mia nuova riflessione.
Fino ad allora, state al sicuro e non finite un libro se non ne avete voglia.
Traduzione in italiano di Irene Santoro
(English version)
Jane Eyre by Charlotte Brontë, a brief reflection
Who reads Jane Eyre and doesn’t love Monsieur Rochester, or as I like to say: Misjë Roshesterrrr?
I am not going to summarize the book here, because I want you to read it and/or see the movie. Even though I am pretty much sure many of you, if you decided to read this reflection, have at least heard of it.
Well, I have read the book halfway and I have seen the movies, the whole three of them – and I named my dog Tobi after Toby Stephens, the Rochester of 2006. Little did I know that Fassbender would be playing the second Rochester… I am curious what name would Tobi have if I had seen the Fassbender version first.
Anyways…
The first time I saw the movie I identified with Jane a lot; pale, obscure and not "blessed" with beauty, and by this I mean feminine beauty. It was all I could see then, I was a teenager. The presence of Mister Rochester gave me comfort; a tall, handsome, old, cunning old (He is not that old, but I am adding a bit of a dramatic effect here) man. And, as I called myself an intellectual then, (mistake me not, I still do, as you can pretty much see, by the way I compose my elaborate sentences, SARCASM) - Despite the fact that I had and have daddy issues - I really liked those moments in which Jane and Edward talked. Jane could reply immediately to his provoking questions and I wanted to have that quick wit too, because I thought, watching the movie, this is what men like. Observe, my reader, as Jane would say, I wanted to have the wit, because I had lost my hope on beauty already, and I only had that. And if you observe even more carefully I did not even want that for me, the brains, the wit, but for men and for other people so they could see me, so I could have them. Interesting right?
Maybe you too have treated yourself with the same disrespect as I did, but don’t blame yourself, when you are not equipped with techniques and skills to survive in life, you make yourself into one. A very good one, an excellent one, an excellent persona as my daddy Jung would say (Ah, daddy Jung). This was an important moment for me because it gave me a lot of inspirations on what I wanted from a partner. I wanted a Rochester, and I somehow got one.
In three years, I found myself a Rochester and I wanted to read again the book and see how I related to it now. It irritated me, I could not stand the sentimentalism and I could not relate to Jane anymore, there was nothing in her relationship that was similar to mine. I was completely disillusioned. Now that I am writing I don’t know whether I was disillusioned about the book or about my relationship. Then I thought I was definitely angry at the book, I considered it stupid and that reality was nothing like that. Now that I am older and wiser, I know my anger was directed at me and my relationship, that was stupid, nothing like the book. So I did not finish it, and did not see any romantic movies and did not read any romantic books until Quarantine 2020.
So, fast forward to 2020, COVID-19 Pandemic.
During this quarantine - alone with my family and not in a relationship - I decided to give Charlotte, Jane and Misje Roshester another chance. I listened to the audiobook narrated by Thandie Newton. Wonderful voice, amazing narration. This time, it’s different. I was very attentive to Jane’s description of her emotions, sense and everything. I was paying attention to her now, I was not very interested in reading about her and Rochester. In my first Eyre Experience, I could not wait to hear about Rochester and how much he suffered and how she (I) could save him. Now, again, I can see that I projected a lot onto that poor book. One part that really struck me, was that I read at night; 3 o’clock in the morning, Tirana Albania, I was strolling in my parents’ 30 square meters kitchen whilst Jane was strolling in Thornfield garden, reflecting on her new acquaintances, Mrs. Fairfex and Adèle. She was reflecting on her need for excitement, brain excitement, for meeting people that have the same interests as her and this part down here:
Women are supposed to be very calm generally: but women feel just as men feel; they need exercise for their faculties, and a field for their efforts, as much as their brothers do; they suffer from too rigid a restraint, to absolute a stagnation, precisely as men would suffer; and it is narrow-minded in their more privileged fellow-creatures to say that they ought to confine themselves to making puddings and knitting stockings, to playing on the piano and embroidering bags. It is thoughtless to condemn them, or laugh at them, if they seek to do more or learn more than custom has pronounced necessary for their sex.
Nice huh? Brave.
I reminded myself that apart from Jane this was Charlotte Brontë who was speaking, in a manner. And I reminded myself also that this was the 19th century and women could not wear pants, could not vote and could not do a lot of stuff. But Charlotte, through Jane knew that it was right to be equal, to feel equal to men. And it is right because it feels right, and this is not the same as “I feel it’s not right that women should be equal to men and so they should not”.
***
I still haven’t heard the audiobook till the end, this time I could not bear to hear Mr. Rochester tell Jane his stories, his lovers and confide in her, while she stays very passive (after all he is her employer)and he tells her his sorrows and his poor managed life. Jane has her sorrows too and Jane doesn’t care, when she is mad she will let him know, and she will protect herself, as in this case:
Do you think I am an automaton? – a machine without feelings and can bear to have my morsel of bread snatched from my lips, and my drop of living water dashed from my cup? Do you think, because I am poor, obscure, plain, and little, I am soulless and heartless? You think wrong! – I have as much soul as you, – and full as much heart! And if God had gifted me with some beauty and much wealth, I should have made it as hard for you to leave me, as it is now for me to leave you. I am not talking to you now through the medium of custom, conventionalities, nor even of mortal flesh;–it is my spirit that addresses your spirit; just as if both had passed through the grave, and we stood at God’s feet, equal, – as we are!
This is what I got from Jane Eyre now, the second time. The third time, when I am married with kids, maybe I will update you on my new reflection.
'Till then, stay safe and don’t finish a book if you don’t feel like it.
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