(english text below)
Prima della lettura è necessaria (per la comprensione del testo) la visione di questo Tedtalk.
Dunque. Ero in un felice giorno di quarantena (cosa non scontata in questo periodo). Avevo appena scoperto un documentario sulla storia del gruppo musicale ‘Buena vista social club’. “Riempiamo di buoni contenuti la testa, perlomeno”, penso. Viene fuori che è addirittura commovente. Alla fine del documentario, infatti, si vede un vecchio Rubén Gonzàlez fare il turista e ammirare, con la curiosità di un bambino, la grande mela (ed è già molto anziano a quell’epoca, perciò cammina con fare stanco). E si ha la fortuna di assistere alla purezza di un Ibrahim Ferrer che, emozionatissimo, ammira la città e dice “Bella bella bella. Quanto vorrei che anche i miei ragazzi e mia moglie stessero qui con me”. Spengo il computer, felicissima di aver scoperto le splendide persone che stanno dietro quella musica fantastica quando, ad un tratto mi vibra il telefono…
Sì, mi diverte renderlo un drammarticolo.
E’ un mio amico che mi chiede di inviargli quel video che gli avevo promesso giorni fa. Si tratta di un Tedtalk tenuto da Ngozi Adichie dal titolo “We should all be feminist”. Prima di andare avanti, devo precisare che lui non è un misogino e sostiene la parità tra i sessi. (Ma ne è sicuro?)
Perciò, vediamo di capire insieme perché mai alla fine di questa conversazione volevo andargli a bruciare casa (metaforicamente, s’intende; di casa non si può uscire).
Bene. Il primo commento che ha fatto, a sua personale interpretazione delle parole pronunciate dalla scrittrice nigeriana, sarebbe che anche lei, come lui, sostiene che “Dirsi femministe è solo un’etichetta che si danno le femministe”. Beh, no. Lei non lo dice. Guardando il video vedrete che elenca, per la bellezza di trenta minuti suonati, i motivi per cui dovremmo tutti essere femministi, ribadendo l’importanza di utilizzare di più questo termine. Cosa anticipata, a proposito, nel titolo del Tedtalk stesso. Non solo; confessa, addirittura, di aver coniato lei stessa una definizione personale di femminismo, ovvero ‘Un uomo o una donna che dice: “Sì, c’è un problema di genere, e dobbiamo risolverlo, dobbiamo fare meglio” ’. Qualcun* di noi ha dubbi?
Bene.
Ho sempre avuto l’impressione che il mio amico avesse qualcosa da dire sulla questione ‘femminismo’; non circa i principi del concetto, quanto su come le femministe vestano i propri panni. Fino ad ora aveva avuto premura di non toccare mai troppo l’argomento. Ieri invece, colpa forse della noia da quarantena, si è disturbato fornendomi una serie di consigli su cosa sarebbe meglio fare per essere “brave e bravi femminist*”, dandomi la prospettiva, secondo lui, di come la pensa il ‘popolo’ che niente sa e niente legge. Quello che aveva voluto dire l’amico Fritz, è che ci definiamo tali (femministi n.dr.), ma non siamo neanche un’unghia di quelle donne che hanno cambiato veramente la storia (e mi cita la prima donna ad essere andata nello spazio).
Invece, secondo lui, donne come le Femen farebbero parte di un femminismo ‘non apprezzabile’. "Questi stessi modi -dice - tolgono autorità alla donna, sortendo, in chi meno sa, l’effetto opposto" - le Femen diventano così l’esempio delle ‘poco di buono’ - "dimostrando quanto le donne si sentano inferiori agli uomini, visto che devono arrivare a spogliarsi per attirare l’attenzione". Mantenete la calma, amiche e amici femministi, perché io gliele ho suonate di santa ragione. Non scherzo; purtroppo ero così arrabbiata che sono arrivata a dargli dell’ottuso. Ma in questo articolo vorrei provare a scrivere a sangue freddo quello che avrei dovuto rispondergli da persona non avventata quale non sono. Dovete calmarvi, anche perché i consigli non si sono esauriti ancora (io, invece, all’esaurimento ci ero già arrivata). “Usando questo termine - continuava lui - non fate altro che alimentare la differenza tra uomo e donna che, purtroppo, esiste ancora. Che accresce quando vi rinchiudete in un gruppo. Non fate altro che creare una minoranza, che si sente esclusiva rispetto agli altri”.
E ancora frasi come: “Pensate più ad esserlo, meno a definirvi tali. Un centro di ascolto è un modo di essere femministi. Non lo è combattere a petto nudo”. E ancora giù di “E poi, l’utilizzo (del termine femminista) non fa altro che creare confusione in chi non mastica questi argomenti”. And last, but not least: “Dovete essere contente per quello che avete ottenuto, e non combattere per quello che ancora vi viene negato nel 2020”. Perciò, per riassumere: dirsi femministe e femministi oggi è solo un’etichetta perché, alla fin fine, non sapete fare altro che manifestare nude, lanciando fumogeni. Invece, quelle di una volta, quelle sì che erano conquiste per la parità. Dovreste, piuttosto, attuare azioni sostanziali per i diritti delle donne, ma non fatelo perché dovete essere contente di quello che avete già. E non chiamatevi con questo nome, perché ci fate pensare che volete escluderci dai vostri gruppi in cui probabilmente discutete di come tagliare il pene a tutti i maschi. E quando protestate, se proprio dovete farlo, fatelo vestite e composte, altrimenti si pensa che siete in grado di ottenere qualcosa solo grazie al fattore tette, non facendo altro che confermare le idee machiste.
E adesso andiamo di risposte.
A) Non si può essere responsabili per la mancata comprensione del concetto di 'femminismo' da parte degli altri (potendo, aprirei ogni singola testa presente sulla superficie terrestre, ma non sono brava quanto Hermione con le arti magiche). Abbiamo tutti il sacrosanto dovere di informarci correttamente. E se qualcuno non capisce perché le Femen sono a petto nudo e magari fa anche spiacevoli commenti sessisti, senza sapere che è un movimento nato per protestare contro il turismo sessuale in Ucraina e le discriminazioni di genere, e che la decisione di essere mezze nude è stata una mossa per attirare l’attenzione proprio su un problema legato ai corpi delle donne (e guarda un po', ha funzionato) non ci possiamo fare niente. Siete responsabili della vostra ignoranza. Non si conquistano i propri diritti solo con azioni come andare nello spazio o fare una qualsiasi altra scoperta scientifica, o in un altro campo a piacere. Le conquiste nei vari settori le si farebbero ogni giorno in un mondo dove la parità vige, ma visto che così non è, le scoperte scientifiche non le possiamo fare con la stessa libertà dei nostri colleghi uomini, perché magari veniamo pagate meno, o licenziate se decidiamo di avere un figlio o, ancora più banalmente, se facciamo parte di quella fetta della popolazione in cui, per mentalità, la donna deve stare a casa, perché è l'uomo che lavora. Oppure perché, andando oltre il mondo occidentale, abbiamo il ciclo e non abbiamo avuto la possibilità di terminare la scuola, perché siamo così povere e/o arretrate che non abbiamo avuto la possibilità di comprare degli assorbenti.
B) Partiamo dal fatto che definirla minoranza è paradossale, visto che di femministe ce ne sono tantissime in tutto il mondo, e seguitiamo dicendo che non è il gruppo delle femministe che esclude gli altri, ma sono gli altri, chiamiamolo per esempio ‘patriarcato’, ad averle escluse da molti ambiti della società. E a parte qualche gruppo fomentato, questi spazi sono aperti. E quando non riesci ad instaurare un rapporto con le femministe della tua zona, ricordati che il femminismo è un approccio mentale, non è necessariamente un gruppo di persone. Si è femministe anche solo se “Entrati in un ristorante, il cameriere saluta solo l’uomo, e tu (uomo) gli chiedi perché non ha salutato anche la tua amica” (Cit. dal Tedtalk). È un'azione da compiere giorno per giorno, con il mezzo della parola.
C) Se una parola esiste è perché, prima di essa esisteva, qualcosa che necessitava di essere collocata nel linguaggio, nella parola. Da qui la connessione di causa-effetto che porta alla generazione della parola: neologismo. È assurdo asserire che sfoggiamo questa parola. È come se una persona vittima di razzismo utilizzasse la parola razzismo e venisse anche accusato di creare solo più danni, dando un nome al problema stesso.
D) Sulla questione del dover essere contente di quello che abbiamo già ottenuto, devo davvero spiegarlo? Okay, lo spiego. NO! Nessuna persona sana di mente si fermerebbe mai quando le condizioni sono ancora disastrose!
Consiglio consigliato: aprire Google e digitare 'statistiche su: dati sulle paghe delle donne nel mondo, dati sulla scolarizzazione femminile nel mondo, abusi sulle donne, ecc'.
Altro consiglio: se nella vita non riuscite a formulare un pensiero un po' più complesso, impegnatevi, non vi accontentate. Noi crediamo in voi. Non so voi cosa avete pensato, leggendo questi frammenti. Io vedo un esasperante patriarcato che torna e ritorna, cercando di farsi protagonista anche all'interno di una parola che vuole scardinare questo stesso sistema. Come possiamo pensare di farci protagonisti di un problema che non riguarda il nostro sesso? E rapportarci ad esso con i NOSTRI schemi mentali? Perché ci irritiamo se vediamo delle tette che protestano, e ci fermiamo lì, adottando un atteggiamento arcaico, giudicante e non volto a comprendere i motivi sottostanti a quelle che, a volte, sono solo apparenze? Le Femen non si tolgono le magliette per farvi vedere le tette, è chiaro? Lo fanno per UN ALTRO MOTIVO. Fatevene una ragione.
Alessia
Of an archaic feminism
So, it was a happy day of self - isolation (which is not obvious in this period). I had just discovered a documentary about 'Buena vista social club'. "let’s watch something good" I thought. It turns out that it's even moving. At the end of the documentary you can see an old Rubén Gonzàlez as a tourist admiring, with the curiosity of a child, the big apple (and he is already very old there and he walks tiredly). And you are lucky enough to witness purity of an Ibrahim Ferrer who, very excited, admires the city and says “Amazing. I wish my boys and my wife were here with me too". I turn off the computer, delighted to have discovered the wonderful people behind that fantastic music when, suddenly, the phone vibrates ...
Yes, I enjoy a little drama.
It’s a friend of mine asking me to send him that video that I promised. It is Ngozi Adichie’s Tedtalk: "We should all be feminist". Before I go any further, I must point out that he is not a misogynist and supports gender equality. (But does he really?)
So, let's try to understand together why at the end of this conversation I wanted to burn down his house (metaphorically, of course; you can't leave the house).
Well. The first comment he made, in his personal interpretation of the speech by the Nigerian writer, was that she, like him, thinks that "feminist is only a label that feminists give themselves". Well, no. She doesn't say that. Watching the video, you will see that, she lists for thirty minutes, the reasons why we should all be feminists, reaffirming the importance of using more this word. Anticipated in the title by the way. Not only; she even confesses that she coined a personal definition of feminism herself: 'A man or a woman who says: "Yes, there is a gender based problem, and we have to solve it, we have to do better". Doubts?
Good.
I always had the impression that this friend of mine had something to say about 'feminism'; not about the principles, but about the people who call themselves feminists. Until now he had been careful never to touch the subject. Yesterday, however, perhaps because of the self – isolation boredom, he bothered giving me a series of tips on what would be better to do to be "good feminists", giving me the perspective, in his opinion, of those who don’t know and don’t read. What he, so eagerly, wanted to say was that we define ourselves feminists, but we cannot compare ourselves to those who made story (and mentions me the first woman to have gone to the space), not even a bit, not even in a dream.
Instead, according to him, women like Femen are “undesirable feminists". Acting like them - he says – destroys women’s credibility, because it can have, in those who know less, the opposite effect" - the Femen thus become the example of the 'troublemakers good for nothing' - "showing how inferior women feel to men, since they get undressed to get attention. " Keep calm, feminist friends, because I made him regret it. No kidding: unfortunately, I was so angry that I called him obtuse. But in this text, I would like to try to write calmly what I should have replied, as the not hasty person which I am not. You have to calm down as well because his advices aren’t finished yet (I, on the other hand, I’m exhausted) “Using this term - he kept on going - all you do is enlarge the difference between man and woman which, unfortunately, still exists. It increases even more when you created closed groups for yourselves. All you do is create a minority, which feels exclusive to others". And again: “you should focus on being feminist, instead of calling yourself that. A help centre against GBV is a way of being feminist. Manifesting bare chested is not. " And again: "And then, the use (of the term feminist) does nothing but create confusion in those who do not know the topic". And last, but not least: "You must be happy with what you achieved, and not fight for what is still being denied you in 2020". So, to summarize: to call oneself feminists today is no more than a label because, in the end, all they do is manifest naked. Instead, those of the past, those were the fights for equality. Rather, you should take substantive actions for women's rights, but don't do it because you have to be happy with what you already have. And don't call yourself feminist because you will make us think that you want to exclude us from your groups in which you probably discuss how to cut the penis of all males. And when you protest, if you really have to do it, do it dressed and composed, otherwise you will demonstrate that you are able to achieve something with the boobs factor, doing nothing but confirm the machist ideas.
And now let's get to the answers.
A) You cannot be responsible for others' failure to understand the concept of 'feminism' (if I could, I would open every single head on this earth, but I'm not as good as Hermione with the magical arts). We all have a sacred duty to get informed correctly. And if someone does not understand why the Femen are bare-chested and perhaps one also makes unpleasant sexist comments, without knowing that it is a movement born to protest against sex tourism in Ukraine and gender discrimination, and that the decision to be half-naked was a move to draw attention to a problem related to women's bodies (and look, it worked) there is nothing we can do about it. You are responsible for your own ignorance. Rights aren’t conquered only with action like going into space or making any other scientific discovery. Achievements, in every sector, would be made constantly in a world where equality reigns, but since this is not the case, women cannot make scientific discoveries with the same freedom as our male colleagues, because maybe we are paid less, or we get fired if we decide to have a child or, even more trivially, because we are that part of the population that, in this mentality, should be home, while the man goes to work. Or because, going beyond the western world, we have the menstrual cycle and we didn’t have the chance to finish school, because we are so poor and underdeveloped, that we couldn’t buy pads.
B) Let’s start by saying that calling feminism a minority is a bit of a paradox given that there are many feminists all over the world, and let’s continue by saying that it is not the group of feminists that excludes others, but it is this other, let's call it for example 'patriarchy', that has excluded them from many areas of society. And apart from a few radical groups, these groups are spaces open to dialogue. And when you can't establish a relationship with feminists in your area, remember that feminism is a mental approach, it's not necessarily a group of people. You are feminist even if "When you enter a restaurant, the waiter greets only the man, and you (man) ask him why he didn't greet your friend (female) too" (Cit. From Tedtalk). It is an action to be performed day by day, with the medium of the word.
C) If a word exists it is because, before it, has existed something that needed to be placed in the language. Hence the cause-effect connection that leads to the generation of the word: neologism. It is absurd to assert that we show off the term. It is as if a person victim of racism uses the word racism and gets accused of creating only more damage, giving a name to the problem itself.
D) Now, about that thing of having to be happy with what we have already achieved, do I really have to explain it? Okay, I'll explain. NO! No sane person would ever stop when conditions are still disastrous! Recommended tip: open Google and type 'statistics and data on women's pay in the world, female schooling in the world, gender-based violence, etc.'.
Another tip: if in life you cannot formulate a slightly more complex thought, commit yourself, don’t be satisfied. We believe in you. I don't know what you thought, reading these fragments. I see an exasperating patriarchy returning and returning, trying to become the protagonist even within a word that wants to undermine this same system. How can we think to make ourselves protagonists of a problem that does not concern our sex? And relate to it with OUR mental patterns? Why are we irritated if we see boobs protesting, and we stop there, adopting an archaic attitude, judgmental and not aimed toward understanding the reasons behind apparencies? Femen don't take their shirts off to show you their boobs, is that clear? They do it for ANOTHER REASON. Deal with it.
Alessia
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